Stalking Civitanova, spy story tra due donne. E spunta il Gps

"Ha attaccato il dispositivo per la localizzazione sull’auto di una stimata professionista"

La donna è accusata di stalking (foto d'archivio Germogli)

La donna è accusata di stalking (foto d'archivio Germogli)

Civitanova Marche (Macerata), 20 ottobre 2020 - Alcune spie che si accendevano sul cruscotto della sua auto le avevano fatto scoprire la presenza di un "Gps", un dispositivo con il quale poteva essere seguita in modo costante. Dopo la denuncia di questo episodio, è finita sotto processo S.B., montegranarese quarantenne, accusata di stalking e di avere intercettato una stimata professionista di Montecosaro. I fatti, che sarebbero avvenuti tra il 2017 e il 2018, sono stati oggetto di una accurata indagine condotta dalla procura distrettuale di Ancona, competente per questo genere di reati.

La donna avrebbe iniziato a trovarsi spesso seguita da una sconosciuta, che sarebbe passata più volte sotto casa sua e in una occasione l’avrebbe anche seguita fino a Rimini, dove lei era andata per prendere parte a un congresso. Ma la situazione sarebbe sembrata ancora più allarmante, con la scoperta fatta nell’auto. La professionista si era accorta che alcune spie si accendevano, come per segnalare un guasto. Allora era andata alla concessionaria per controllare cosa fosse successo, e lì i meccanici trovarono un impianto Gps, una specie di spia sistemata dietro al cruscotto che segnalava a distanza la posizione dell’auto. Il meccanismo funzionava con delle schede sim, come quelle dei cellulari. Così, dopo la denuncia della montecosarese, i carabinieri individuarono a chi arrivavano le segnalazioni sugli spostamenti, riuscendo a risalire a chi aveva piazzato la spia e per conto di chi.

Così è finita sotto processo la montegranarese, accusata di stalking e del reato di installazione di apparecchiature atte a intercettare o impedire comunicazioni o conversazioni. La professionista ignora chi sia la donna che l’avrebbe pedinata, e non ha mai avuto idea dei motivi che possano averla spinta ad agire in quel modo nei suoi confronti, e magari spera di scoprirlo nel corso del processo che si è aperto ieri mattina; la montecosarese si è costituita parte civile con l’avvocato Sabrina Sartini. L’udienza, davanti al giudice Barbara Cortegiano ieri in tribunale a Macerata, si è chiusa rinviando il processo al 19 aprile per iniziare a sentire la parte offesa e i primi testimoni, che saranno citati dal pubblico ministero Sabina Antognozzi.

Sia la procura che la parte civile hanno chiesto di ascoltare in aula numerose persone, per ricostruire una vicenda piuttosto complicata; il giudice in un primo momento ha chiesto di sfoltire la lista di testimoni, ma alla fine li ha ammessi tutti per la necessità di ricostruire con chiarezza quanto accaduto. L’imputata, difesa dall’avvocato Stefano Migliorelli, potrà dare una sua versione per respingere le accuse mosse contro di lei, e anche la difesa ha chiesto di poter citare alcuni testimoni. La donna non si è però presentata né all’udienza preliminare, ad Ancona, né ieri alla prima udienza a Macerata.