Civitanova, tentò di uccidere Alina, la sua ex. Confermati otto anni

In appello nessuno sconto per il macedone. Resterà in carcere a Montacuto

Ramadani

Ramadani

Civitanova, 11 ottobre 2019 - Otto anni di carcere per aver tentato di uccidere la ex fidanzata con l’acido muriatico e un coltello. Confermata ieri in appello la condanna al macedone Shevalj Ramadani che, il 17 novembre scorso, ha aggredito l’ex fidanzata Alina Emilia Pavel sulla rampa di accesso al sottopasso che collega corso Vittorio Emanuele con via Indipendenza. Il 33enne, irregolare in Italia, aveva comprato l’acido muriatico e un coltello, aveva atteso la donna sulla rampa e le aveva gettato addosso la sostanza corrosiva. La 31enne romena, semi accecata, era riuscita a scappare e si era rifugiata all’interno del ristorante «Tonno e salmone» dove però lui l’aveva seguita e, all’interno del bagno, le aveva sferrato alcune coltellate all’addome.

Provvidenziale era stato l’intervento di uno dei proprietari del locale, Riccardo Scoponi, che si era scagliato addosso all’uomo, bloccandolo, prima che le sue coltellate potessero avere conseguenze irreparabili. Ramadani, detenuto nel carcere di Montacuto e difeso dall’avvocato Luca Bartolini, anche ieri era in aula e ha ascoltato in silenzio la sentenza. Alina Pavel, invece, dopo l’aggressione non è più tornata in Italia e per lei in aula c’era il suo avvocato Oberdan Pantana che, al termine dell’udienza, le ha telefonato per comunicarle la conferma della condanna. «Alina è contenta della sentenza che va a rafforzare la sua piena fiducia nella giustizia italiana – commenta l’avvocato Pantana –. Personalmente non posso che essere soddisfatto per l’esito della sentenza della Corte di Appello di Ancona che ha confermato la correttezza della sentenza di primo grado del giudice Domenico Potetti, che aveva riconosciuto la nostra richiesta riguardo la giusta aggravante della premeditazione. Credo che sia un chiaro segnale verso coloro che pensano di poter usare violenza nei confronti delle donne e restare impuniti».

Dopo l’aggressione la 31enne era stata operata d’urgenza e ricoverata per circa 60 giorni in ospedale, poi è voluta tornare in Romania per prendersi cura del figlio e anche di se stessa. Come racconta l’avvocato Pantana, la donna non ha ancora pienamente recuperato la funzionalità dell’occhio sinistro. I guai per Ramadani, invece, non sono ancora finiti. Il 13 novembre, infatti, comparirà davanti al gup Giovanni Manzoni per l’udienza preliminare di un altro processo che lo vede imputato per stalking, lesione personali aggravate, minacce di morte e violenza sessuale sempre ai danni dell’ex fidanzata. Chiara Sentimenti