Donna Ginevra e le stazioni lunari "Il mare, culla e incontro di popoli"

Di Marco stasera ad Ancona per ‘Adriatico Mediterraneo’. "Nelle canzoni popolari le lotte civili e sociali"

Donna Ginevra e le stazioni lunari  "Il mare, culla e incontro di popoli"

Donna Ginevra e le stazioni lunari "Il mare, culla e incontro di popoli"

Al via oggi il festival Adriatico Mediterraneo. Giunto alla sua 17esima edizione, il tradizionale appuntamento, che anche quest’anno si svolgerà nella splendida cornice di Ancona, è pronto a decollare su un mare di note. Cinque giorni di musica e cultura e arte fino al 3 settembre, con tanto di albe in spiaggia, al Passetto. Molti gli ospiti sul palco della Mole Vanvitelliana. Tra questi, l’artista fiorentina Ginevra Di Marco, che si esibirà stasera, e poi la band salentina Kalàscima (attesa per domani) che vanta collaborazioni – giusto per citarne una – col pianista Ludovico Einaudi. Il 2 settembre – direttamente da Napoli –sarà la volta del maestro Enzo Gragnaniello. Stasera, appuntamento alle 21.15 alla corte della Mole con Donna Ginevra e le Stazioni Lunari, in cui l’artista toscana ripercorrerà gli ultimi 15 anni della propria ricerca musicale, dal rock al cantautorato popolare, incrociando volti, suoni, memorie.

La devo chiamare Ginevra o Donna Ginevra?

"Come vuole (ride, ndr). È il pubblico che ha iniziato a chiamarmi ’Donna Ginevra’ quando veniva a salutarmi ai concerti. Mi stringeva la mano con reverenza. L’ho inserito come titolo del disco per scherzare, ma anche perché riporta all’immaginario il mondo popolare del ’900".

È la prima volta all’AdMed?

"Sì, e ne sono contenta. Mi pare di essere nel contesto giusto rispetto alla musica che proponiamo".

Il suo rapporto con le Marche?

"È così frequente e costante la mia presenza in questa regione che gli organizzatori per scherzo mi chiamano Ginevra Di Marche (scherza, ndr)".

AdMed è unione tra popoli, ma se dico mare?

"Il mio elemento naturale, la mia vita. Ne ho bisogno come dell’aria. E forse anche di più, ha un potere rigenerante, mi aiuta a organizzare i pensieri e a scendere in profondità quando ho bisogno di ritrovarmi. È culla di civiltà e incontro tra popoli. Negli ultimi anni, è diventato cimitero di migliaia di anime in fuga. Una delle pagine più buie dei nostri tempi".

Ripercorrerà gli ultimi 15 anni della sua ricerca musicale, tra rock e pop…

"Una scaletta che abbraccerà tutta la nostra storia, passando per la musica del mondo e gli omaggi a figure come Margherita Hack (con cui abbiamo lavorato per 4 anni) e l’album omaggio a Mercedes Sosa".

Come mai, secondo lei, il rock sta vivendo un’epoca d’oro? "Beh, rock never dies!".

E il pop?

"Vorrei che le canzoni popolari proseguissero il loro viaggio nel tempo. È importante veicolare la storia del nostro paese, le lotte civili e sociali che lo hanno caratterizzato attraverso la musica Io voglio mantenermi autentica, approcciandomi alla musica come veicolo culturale di sostanza, rimanendo legata alle emozioni profonde che questo linguaggio meraviglioso regala".

Nicolò Moricci