Enrico
Barbetti
Se avete la fissa per quota duemila, l’Alpe di Vallestrina non fa al caso vostro, perché è alta ‘solo’ 1904 metri e, nello stesso settore dell’Appennino reggiano, troverete ben quattro vette over 2000, fra cui il monte Cusna. Se invece amate la montagna più solitaria, senza caciara, e l’ebbrezza di una cresta elegante e affilata, questa è la cima che fa al caso vostro. Da Febbio-Rescadore, dopo avere raggiunto in auto la radura di Pian Vallese, si imbocca il sentiero 615. Appena fuori dal bosco, occorre deviare a sinistra sul 615A, che traversa a mezzacosta fino alla Capanna Vallestrina, un confortevole rifugio non gestito restaurato nel 2019, quindi ribattezzato Bivacco Zambonini. L’amenità del luogo, alla base di uno spettacolare circo glaciale a poco meno di 1.700 metri, invita alla sosta. Terminare qui l’escursione non è certo un delitto. Ma l’aspra e vicinissima parete dell’Alpe di Vallestrina attrae come una calamita: il sentiero 611 risale la conca fino all’omonimo passo. Si svolta a sinistra e, lasciando la traccia segnata, si sale in cresta, fino all’aerea vetta.