Covid, Burioni da Fazio sulle nuove varianti: "Infettano ma non aumentano i casi gravi"

Il virologo a Che tempo che fa non le ha mandate a dire ai medici no vax: "Un medico che non si è fatto il vaccino è come un elettricista che rifiuta la pericolosità della corrente. Io non mi farei mettere a posto il mio impianto elettrico"

Roberto Burioni a Che tempo che fa il 30 ottobre 2022 (foto RaiPlay)

Roberto Burioni a Che tempo che fa il 30 ottobre 2022 (foto RaiPlay)

Roma, 31 ottobre 2021 – Il virologo Roberto Burioni, intervenendo ieri sera a Che tempo che fa e in risposta alla prima domanda del conduttore Fabio Fazio, ha rassicurato gli italiani circa la presenza delle nuove varianti del Covid, che in sostanza hanno la capacità di infettare anche guariti e vaccinati, ma nella maggior parte dei casi non ancora in forma grave.

“Stiamo vedendo delle varianti che nascono progressivamente come Cerberus negli Stati Uniti – ha spiegato il medico di origine marchigiana -. C'è questa tendenza a dare alle nuove varianti dei nomi pittoreschi, per questo forse fanno più paura. Ce n'è un'altra che si chiama Grifone, che invece sta spiazzando Cerberus in India e in Bangladesh. Per fortuna queste varianti hanno delle cose in comune: riescono ad evadere la risposta immunitaria, infettando persone guarite dal virus o vaccinate. Ma al momento non stanno causando un aumento dei casi gravi. Chiaramente non possiamo prevedere qualcosa che non conosciamo bene, ma finché il virus rimane su questa traccia segnata da Omicron, c'è motivo per un cauto, cauto ottimismo”.

Dunque, sui provvedimenti pensati dal nuovo ministro della Salute Schillaci, il quale secondo Fazio ha lanciato “una sorta di liberi tutti” (reintegro dei medici no vax, nuove regole per le mascherine ecc.), Burioni è stato chiaro: “Ci sono degli aspetti politici, sui quali non entro, e degli aspetti tecnici, dei quali voglio parlare. Nel momento in cui era stato imposto l'obbligo di mascherina, il virus era molto pericoloso e il vaccino molto efficace nel bloccare il diffondere del contagio. Oggi il virus è meno pericoloso, ma il vaccino è meno efficace nel bloccarlo. Ecco, potrebbe avere un senso andare nella direzione di tornare alla normalità”.

Poi, però, è arrivata una riflessione pungente su quei professionisti che non si sono vaccinati: “Un medico che ha rifiutato un vaccino che la scienza ha definito, oltre ogni ragionevole dubbio, sicuro ed efficace, mettendo a rischio la propria vita, che medico è? Nella scienza non bisogna credere - ha incalzato Burioni -. La scienza è fatta di dati oggettivi. Un medico che non si è fatto il vaccino è come un elettricista che rifiuta la pericolosità della corrente. Io non mi farei mettere a posto il mio impianto elettrico. Quanto meno c'è un'azione di educazione che si deve fare con questi medici”.

Ha concluso l'intervento con un caso recente ma esemplificativo sulle mascherine: “Essendo diminuita la pericolosità del virus dobbiamo avviarci verso la vita normale. Però c'è il buonsenso. Ho visto una fotografia del ministro Calderoli, ricoverato in ospedale, al quale rivolgo i migliori auguri. Con lui c'era il presidente Zaia, che è andato a trovarlo. Erano entrambi con la mascherina. Quando si è a contatto con una persona vulnerabile o quando si è vulnerabili, il buonsenso deve prevalere”.