Claudio Cecchetto sulla movida sicura. "Cambiamo modello per un’estate da favola"

Il fondatore di Radio Deejay: "Bisogna ripensare il mondo della notte; per assurdo il Covid può essere un’opportunità"

Claudio Cecchetto, 68 anni, insieme a Fiorello ed Amadeus

Claudio Cecchetto, 68 anni, insieme a Fiorello ed Amadeus

Bologna, 31 maggio 2020 - "Ragazzi, alla sera ci si può divertire anche con la mascherina...". Parole e musica di Claudio Cecchetto. L’inventore del ‘Gioca Jouer’, il fondatore di Radio Deejay, lo scopritore di Jovanotti e tanti altri artisti ne è certo: "La movida può, anzi deve esserci anche ai tempi del Covid. Guai a togliere ai giovani i luoghi dove si possono divertire: tornerebbero a fare i rave, organizzerebbero feste clandestine nelle case. Sarebbe molto peggio, con assembramenti fuori controllo".

Il commento Esistere, non solo resistere di Massimo Pandolfi

Come dovrebbero riorganizzarsi i locali, nell’estate del Covid?

"Offrendo maggiori servizi ai ragazzi, e investendo molto di più. Prendiamo le discoteche. Ho letto che a Misano (dove Cecchetto si era candidato a sindaco, ndr) le famose discoteche della collina ripartiranno con la ristorazione, gli spettacoli dal vivo. E’ un’idea che merita attenzione".

Se fosse lei a gestire un locale notturno...

"Non mi sono mai occupato direttamente della gestione di un locale o di una discoteca, e non ho ricette pronte. Ma penso che serva un’evoluzione vera per un prodotto, quello del divertimento notturno, che purtroppo in Italia si è fermato agli anni ‘80 e ‘90. Bisogna avere il coraggio di cambiare, traendo insegnamento da quello che questi mesi di lockdown ci hanno insegnato".

Tante discoteche rischiano di morire, anche se a dire il vero erano già ‘agonizzanti’ prima dell’epidemia: ora l’emergenza Covid può essere l’occasione per ripensare il mondo della notte?

"E’ un’opportunità, ma finora ho letto solo ipotesi molto fantasiose. Si è parlato di aperitivi silenziosi ai Navigli, a Milano. Di tute speciali per andare in discoteca... Sono proposte serie? Io dico di no, sono solo palliativi. Se ti vesti da palombaro per andare a ballare lo fai giusto una volta, per il gusto di farlo".

Ma i locali riusciranno a reinventarsi anche dovendo imporre mascherine e distanziamento sociale?

"Le mascherine sono già diventate un oggetto di culto, e aiuteranno i più timidi a sciogliere il ghiaccio".

Per quanto riguarda invece il distanziamento?

"Beh... c’è già chi dice che quest’estate balleremo la dist-dance. A parte le battute, bisognerà stringere i denti fino a quando non ci sarà un vaccino che ci protegga, ma non significa che nel frattempo vada spento il mondo della notte. Mi auguro soltanto che non vengano messi troppi paletti".

Si riferisce al ballo?

"Anche. Una discoteca non è tale se non si può ballare. Ma i nostri ragazzi vanno nei locali prima di tutto per incontrarsi. Se togli loro la socializzazione, togli gran parte del divertimento. Allora facciamo ripartire il mondo della notte. Con le giuste regole, certo, con il distanziamento che l’epidemia ci impone, ma facciamola ripartire".

Il Veneto e la Puglia vogliono riaprire le discoteche da metà giugno, l’Emilia Romagna ancora deve decidere...

"I locali e le discoteche hanno bisogno di norme certe. Oggi, mentre tanti settori in Italia sono ripartiti, non ci sono ancora delle regole chiare per rianimare il mondo dello spettacolo e della notte. E allora facciamo in modo che i ragazzi possano avere i loro spazi. Alla giusta distanza, con le precauzioni del caso, ma senza rinunciare al divertimento".