Coronavirus Emilia Romagna, Stefano Bonaccini "Serve uno choc economico nazionale"

Il governatore Bonaccini: "Restiamo lucidi, ma il Paese ha bisogno di misure radicali". Donini lavora da casa, richiamato Venturi

Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna

Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna

Bologna, 5 marzo 2020 - Presidente Stefano Bonaccini, i casi di Covid-19 in Emilia-Romagna aumentano. Le misure prese finora sono efficaci? Cosa direbbe ai cittadini? "Siamo dentro a una cosa nuova e stiamo assumendo provvedimenti ispirati al principio di precauzione sulla base delle indicazioni che la scienza riesce a fornirci, mettendo al primo posto la salute delle persone. I cittadini stanno dando prova di grande responsabilità e di questo non posso che ringraziarli. Mantenendo equilibrio e lucidità, sono certo che insieme usciremo da questo momento".

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Gli ospedali con ogni probabilità dovranno far fronte a un iperaccesso nelle terapie intensive. Come li ‘trasformerete’? Sono previsti reparti polmone? "A Piacenza, dove, insieme a Parma, si concentra quasi l’80% dei casi positivi, stiamo raddoppiando i posti di terapia intensiva, portandoli a oltre 30, e al momento il sistema sta reggendo bene. Grazie alla Protezione civile, sono poi già stati installati 12 moduli provvisori fuori da altrettante strutture ospedaliere nei territori dove fare il pre-triage ed evitare accessi indiscriminati, per proteggere gli operatori sanitari e i degenti. Siamo pronti a fare altri passi nella capacità di risposta e l’intera rete ospedaliera è in grado di funzionare in modo sinergico. Certo, non mancano problemi e pressioni dai territori limitrofi, ma proviamo a farvi fronte".

Dovranno essere sospese molte attività programmate in sanità. Quali saranno le priorità? "Ovviamente le urgenze. Ma ripeto: stiamo facendo ciò che serve, gestendo l’emergenza legata al Coronavirus e l’attività che non riguarda l’epidemia, senza lasciare indietro nessuno. Peraltro, anche i cittadini stanno calibrando in modo diverso i propri accessi, a partire dai pronto soccorso, dove si è ridotto di molto l’afflusso di pubblico. Anche in questo caso vanno ringraziati i cittadini e lo straordinario lavoro del nostro personale sanitario, come quello dei medici di famiglia, dei pediatri e dei farmacisti".

Con l’assessore Donini positivo cambierà la gestione dell’emergenza? Se sì, come? "L’assessore Donini sta bene, al momento è asintomatico e, come ha detto anche lui, lavora da casa. E a darci una mano importante sarà anche Sergio Venturi, a cui ho chiesto di gestire l’emergenza nelle prossime settimane, visto comunque che Raffaele dovrà giustamente rispettare l’isolamento domiciliare. Sergio è stato assessore regionale alla Sanità fino a pochi giorni fa, conosce la macchina sia come assessore che come dirigente medico: ha subito accettato, dimostrando che eravamo una squadra prima, nella passata legislatura, e che lo siamo ora, con il nuovo mandato".

Aziende, teatri, cinema e negozi sono in difficoltà. Molti iniziano a tenere i dipendenti a casa. Come agirete? "La risposta deve essere dell’intero Paese, serve uno choc economico nazionale, considerando che nelle tre regioni maggiormente colpite si produce oltre il 40% del Pil nazionale. Al presidente Conte, abbiamo chiesto misure radicali per il credito alle imprese, gli ammortizzatori sociali per garantire tutti i lavoratori, investimenti in infrastrutture, fondi per l’internazionalizzazione e la promozione del Made in Italy e a sostegno del turismo e della cultura. Con l’Europa che deve garantire risorse straordinarie e massicce, perché il problema è comune, non solo italiano. Ho avanzato a nome delle altre Regioni proposte che sono state apprezzate e condivise anche da sindacati e associazioni d’impresa. Ci ha aiutati la nostra esperienza del Patto per il lavoro dell’Emilia-Romagna, che stiamo riunendo anche in questi giorni difficili per condividere le proposte e le misure".

Le infrastrutture in discussione in questi giorni (esempio il Passante di Bologna) o altri progetti che avevate in corso rischiano ritardi? "Serve esattamente il contrario, uno sforzo titanico di accelerazione dei progetti. Con i mercati internazionali quasi chiusi occorre anzitutto una spinta interna e gli investimenti pubblici sono una leva essenziale. Al Governo abbiamo chiesto di sbloccare opere, concessioni, progetti. E di adottare, come il ponte Morandi, procedure più veloci".

Iniziano a verificarsi episodi di razzismo verso chi vive nelle nostre terre: no da alberghi per prenotazioni, cartelli nei negozi, problemi sul lavoro. "È il momento in cui il Paese deve mostrarsi e sentirsi unito, solidale, forte. Io credo che gli italiani siano ben consapevoli di ciò che stiamo vivendo e che siano pronti a seguire indicazioni chiare e precise. Isolando chi compie gesti assurdi e inaccettabili. Alla fine si vedrà che chi ha agito per la salute dei cittadini avrà garantito condizioni di sicurezza trascurate in altri Paesi, che ora iniziano a correre ai ripari".