Coronavirus Marche, altri 25 morti e 141 nuovi casi

I positivi nella regione salgono così a 3.825 su 11.724 campioni testati. Decessi a quota 477

Coronavirus, cresce il numero delle vittime nelle Marche (Foto Ansa)

Coronavirus, cresce il numero delle vittime nelle Marche (Foto Ansa)

Ancona, 31 marzo 2020 - Centoquarantuno nuovi casi di contagio da Covid-19 su 745 campioni testati. Questo il dato del bollettino del Gores arrivato questa mattina alle 9 dalla Regione Marche. I positivi nella regione salgono così a 3.825 su 11.724 campioni testati complessivamente.  Il Gores ha quindi comunicato i risultati delle analisi sui tamponi effettuate nelle ultime 24 ore.

Secondo i dati trasmessi alle 12 il dato che emerge con più forza è che si è superata quota 200 tra pazienti dimessi e guariti (in totale 207). Le persone dimesse sono coloro che, prima della certificazione del doppio tampone negativo, sono sottoposte a un periodo di osservazione.

Oggi si registrano altie 25 morti, 17 uomini e 8 donne. Delle vittime, 10 abitavano nella provincia di Pesaro e Urbino (9 a Pesaro e 1 a Fano), 10 in quella di Ancona (3 nel capoluogo, 2 a Osimo, 2 a Fabriano, 1 a Jesi, 1 a Cupramontana, 1 a Falconara), 2 nel Maceratese (1 nel capoluogo, 1 a Matelica), 3 nel Fermano (1 a Fermo, 1 a Porto Sant'Elpidio, 1 a Montefalcone Appennino). Il totale dei decessi sale così a quota 477. L'età media dei deceduti è 79,3 anni.

Ricoveri e isolamento domiciliare

Nelle ultime 24 ore sono stati dichiarate guarite 5 persone (21 in totale finora) e 25 sono state dimesse dagli ospedali, in attesa della guarigione completa. Insomma ci sono segnali di ottimismo nell'aggiornamento odierno diffuso dal Gores, che evidenzia anche la presenza di 1.115 ricoverati, 50 in meno rispetto alla rilevazione del giorno prima, di 2.237 marchigiani positivi al 'Covid-19' e in isolamento domiciliare (+151), in attesa del dato dei decessi fermo alle 452 vittime dall'inizio della crisi segnalato ieri. Se la velocità del contagio rallenta, in modo particolare nella provincia di Pesaro- Urbino, la più colpita finora, non accenna ad allentarsi la pressione sui reparti di terapia intensiva (169 i posti letto impegnati, 2 più di ieri) e nelle aree di semi-intensiva (299 ricoveri, 16 meno di ieri); sono in 492 nei reparti non intensivi (-31) e 155 i ricoveri nelle degenze post critiche (-5). 

I dati comuni per comuni

Nel Pesarese, i contagiati sono diventati 1.664 (25 in più rispetto a ieri), il numero più alto in valore assoluto, ma ora il contagio corre più velocemente verso il sud delle Marche: in provincia di Ancona, i positivi sono 1.116 (+56 e con una crescita del 5,2% rispetto a ieri), nel Maceratese 493 (+16 e crescita al 3,3%), nel Fermano 259 (+13, +5,3%) e nel Piceno 222 (+25, +12,7%).

Il quadro della giornata si completa con 6.798 casi in isolamento domiciliare, ben 276 in più rispetto a ieri, tra i quali 1.939 con sintomi dell'infezione, ben 262 registrati ieri; cresce ancora in modo significativo il numero degli operatori della sanità costretti alla quarantena: sono 768, 73 più di ieri e praticamente un quarto di coloro che, nelle ultime 24 ore, hanno adottato questa misura prudenziale

Analisi di laboratorio

Si sta muovendo con tutte le forze e in molteplici direzioni la macchina organizzativa per velocizzare e aumentare le analisi di laboratorio per l’individuazione e l’isolamento del maggior numero possibile di casi positivi di Coronavirus, nonostante le difficoltà determinate dalla necessità dei reagenti.

"Ci si muove in più direzioni - spiega ancora la regione Marche-. Agli Ospedali riuniti di Ancona sta per partire uno screening sierologico, un esame del sangue, sui dipendenti. Il test permette di individuare la presenza di anticorpi che segnalano il passaggio del virus e lo stadio di guarigione. I tamponi saranno dunque effettuati solo su chi risulterà positivo in base all’esame del sangue e questo consentirà di utilizzare tamponi e reagenti solo per i casi effettivamente necessari". Questo esame sarà svolto attraverso un macchinario specifico, che Torrette ha acquisito nei giorni scorsi e che sarà operativo a brevissimo. 

Tutti ormai prigionieri dei nuovi simboli dell’epidemia siamo in attesa del famoso picco, guardiamo ogni giorno alle nuove statistiche direttamente create dal virus. Aspettiamo di dare buone nuove ogni giorno, dimenticando di ripetere, invece, che ogni epidemia ha percorsi lenti e complicati ed il contagio difficilmente avrà in tempi brevi la parola fine. Con il coronavirus dovremo convivere ancora per diverso tempo e il suo influsso non svanirà molto presto.

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La sottoscrizione

Il presidente delle Marche ha lanciato una sottoscrizione per realizzare un nuovo ospedale tutto incentrato sulla terapia intensiva. Lo fa adesso che gli statistici segnalano un miglioramento dei numeri del contagio, non potendo però segnalare novità positive sui morti. Quei cento posti in più di rianimazione servono e serviranno ancora di più per la complessità di una regione al plurale ben oltre il suo stesso nome. "Dobbiamo fare in fretta – dice Luca Ceriscioli – perché la nostra terapia intensiva è allo stremo". Si gioca su 160-165 posti disponibili in regione. Nonostante i nuovi 18 respiratori distribuiti quel nuovo ospedale che deve sorgere a Civitanova si dovrà fare.

Il presidente ha a che fare con numeri di contagio in frenata. Ma con scenari geografici diversi. La provincia di Persaro e Urbino da alcuni giorni è infatti scesa al 3-5% di incremento dei contagi. E’ passato quasi un mese dallo tsunami iniziale di incrementi del 20% giornaliero. L’epidemia è partita da nord e poi è scesa verso sud delle Marche. Adattandosi ad una statistica di aumento dei contagi prima al 10% e poi ancora più in basso al 3-5%. Pesaro sede principale del contagio ora sta migliorando i numeri. Ancona è indietro di una settimana, ma recupera in fretta. Macerata e Fermo ancora qualche giorno in più di ritardo. Mentre Ascoli, che è partita con largo ritardo, con il suo paziente uno contagiato sulle piste da sci, sta vivendo negli ultimi due-tre giorni un boom di casi: oltre il 30% di incremento dei contagi.

Il quadro dell'epidemia

"C’è una stretta relazione – ribadisce l’Istituto di studi internazionali – tra le politiche del test e la letalità apparente". Il Veneto fa tanti tamponi, e riduce la percentuale di letaltà sui contagiati. Le Marche facendone meno, avendo poco reagente, ha una percentuale di vittime più alta. Questo dato, convincendo Ceriscioli della bontà di rafforzare una sanità già in mancanza di ossigeno, spiega anche il tasso di letalità del virus, che appariva in Italia così elevato rispetto a quello cinese (anche il 9,9% al 24 marzo). Con le Marche al quinto posto nel tasso di mortalità da Covid, mentre il Veneto galleggiava, nonostante grandi numeri, nella parte bassa della statistica. Ecco perché nei giorni del Covid i numeri possono ingannare, soprattutto a livello percentuale e statistico. A livello di contagio le Marche migliorano ma non saranno ancora omogenee per un po’ di tempo per le diversità estrinseche dei territori. E soprattutto per avere un quadro reale e plausibile dell’epidemia dobbiamo fare il maggior numero di tamponi possibili per evitare di arrendersi alla convinzione che di morti ce ne saranno ancora molti. mentre "abbiamo perso il contatto con la diffusione del virus nella popolazione generale", come sostiene l’Ispi, l’Italian Istitute for International Political Studios.