Coronavirus statistiche, così le Marche hanno rimontato sull'Emilia Romagna

Contagi e mortalità hanno iniziato a calare dopo il 21 marzo. Da terza nella poco invidiabile classifica ora è in coda

Derivate tassi covid, Regione a confronto

Derivate tassi covid, Regione a confronto

Ancona, 2 maggio 2020 - Per il presidente matematico le due tabelle che pubblichiamo, realizzate dagli uffici statistici della Regione, sono quasi due opere d’arte. Servono a rendere palpabili i numeri della lotta all’epidemia, passando oltre le vittime del virus, sia a livello di contagi che di mortalità. La curva più grande, qui a destra, è il confronto delle regioni più colpite dal coronavirus. Due mesi di lotta che però non è ancora finita.

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La derivata sul confronto tra regioni fa capire a tutti, con la riga nera delle Marche che siamo pariti male, alle calcagna della massacrata dal virus Lombardia. Sulle stesse proporzioni dell’Emilia Romagna e molto più in alto del Veneto. Ma all’altezza del 21 marzo, quando c’è stato il vero picco marchgiano del contagio, ci siamo già staccati dalla Lombardia ormai incontenibile, subendo anche il sorpasso dalla vicina Emilia Romagna. Poi degradando all’indietro fino alla fine di aprile, mettendoci peraltro tra gli ultimi per infetti. "Se per qualche giorno abbiamo quasi addirittura invidiato il Veneto, ora, dopo due mesi, siamo passati quasi in testa sia nella riduzione della velocità del contagio sia nei numeri della risposta sanitaria", spiega Luca Ceriscioli.

Non solo. La classifica tra le regioni più colpite, quelle con più malati e morti, serve anche per testimoniare che la reazione in tanti momenti difficili ha dato risultati positivi. "La velocità di propagazione del virus – spiega il governatore – è quella che può anche essere meno determinata dalle scelte. Partire ad inizio marzo come seconda regione per gli infetti e finire, l’ultimo giorno di aprile, come la regione con i numeri e la curva più bassa, è significativo". Cosa vuole dire il presidente? "Che c’è stata una risposta sociale positiva e una sanitaria, anche a livello di mortalità, altrettanto positiva. Siamo stati tutti – dice Ceriscioli – performanti sia a livello sociale che sanitario".

La curva vede le Marche scendere addirittura sotto il Veneto, ovvero la regione migliore da sempre tra le più performanti sia in termini di riduzione di morti che di contagi. Lasciando indietro Lombardia ed Emilia Romagna di cui per anni abbiamo ascoltato mirabilie sanitarie. Mantenendo le distanze da Liguria e Piemonte che sono andate peggiorando di settimana in settimana. E arrivando a fine aprile a reggere il confronto con il Veneto.

Deriva tasso di mortalità su 100mila abitanti, comparazione tra Regioni
Deriva tasso di mortalità su 100mila abitanti, comparazione tra Regioni

La riduzione di mortalità è stata tale che la curva nera delle Marche arrivare vicino il famoso 0 che, però, è ancora da conquistare. D’altra parte le diversità territoriali tra Ascoli e Pesaro incidono, così come il numero degli asintomatici ipotizzato anche dall’Istituto superiore di Sanità nel che sarebbe molti più alto. Ben oltre la moltiplicazione per dieci dei 6.200 contagiati ipotizzata nelle settimane passate. Il che vorrebbe dire che la nostra regione può affrontare la fase due con uno scenario che vede le Marche migliorare sempre nel confronto con il nord.

Lo ha scritto anche l’Istituto superiore di Sanutà indicando gli algoritmi possibili. Ma per ora Ceriscioli si ferma sulle curve che lo vedono superare le grandi regioni del nord.