Covid: col Molecular mouse risultati in meno di un'ora. Come funziona

E' una sorta di mini tampone che dà una risposta agile, flessibile e rapida, realizzato grazie alla collaborazione dell’Università di Bologna

Vittorio Sambri, professore dell'Università di Bologna

Vittorio Sambri, professore dell'Università di Bologna

Bologna, 17 novembre 2020 – “Molecular mouse è il nome del dispositivo, ma la tecnica utilizzata per rilevare la positività al Covid è la stessa del tampone, cioè la Pcr (Polymerase Chain Reaction), la Reazione di polimerizzazione a catena”. Parola del professore dell’Università di Bologna, Vittorio Sambri, che è anche direttore dell’Unità operativa complessa di Microbiologia dell’Asl della Romagna.

Si tratta di un laboratorio in miniatura, della misura poco più grande di un mouse da computer, che riesce, al pari del tampone, a diagnosticare la presenza del Coronavirus. Lo fa in meno di un’ora e con una flessibilità che un laboratorio più grande e consistente non può permettersi.

Ideato dalla StMicroelectronics in collaborazione con l’azienda padovana Alifax, è composto da tre parti, il molecular mouse, una cartuccia diagnostica e un software.

Professor Sambri, come funziona esattamente?

“È la stessa cosa del tampone classico, ma mentre questo richiede un metodo di lavorazione più lungo e una struttura di laboratorio ben precisa, il nuovo dispositivo è molto più semplificato e flessibile. Per capire se un paziente è affetto da Sars-Coronavirus bisogna fare il tampone, preferibilmente quello naso-faringeo. Si raccoglie il materiale biologico (cioè la secrezione naso-faringea) e si estraggono gli acidi nucleici, che vengono inseriti dentro un microchip, all’interno del molecular mouse. Poi si fa partire l’analisi. In 45-50 minuti si ottiene un grafico sul computer, che dice se nel campione immesso sul microchip c’è o non c’è l’acido nucleico del virus, quindi se si è positivi o no”.

Sostituirà il tampone o lo accompagnerà nella diagnosi?

“Non viene a sostituire il tampone nella maniera più assoluta, perché il prelievo è sempre quello. Il grande vantaggio di questa tecnologia è che, rispetto a uno strumento che fa cento campioni alla volta e ha una dimensione enorme (come ad esempio il triplo di un frigorifero), questo ha le dimensioni comparabili a un mouse da computer”.

E i tempi sono molto più rapidi.

“Sì, i tempi di reazione sono di 45-50 minuti, perché è tutto miniaturizzato e quello che deve succedere, avviene dentro una cavità davvero molto piccola. Per questo è così rapido. Posso mettere anche tre o quattro campioni su un microchip (se ne possono inserire fino a sei), perché ogni computer può controllare più di un’unità. Poi se si possiedono più molecolar mouse, possono funzionare contemporaneamente e indistintamente l’uno dall’altro".

Gli altri vantaggi quali sono?

“Il vantaggio è che ha una flessibilità di impiego pazzesca. Se devo fare una cosa in urgenza, la posso fare subito. Quindi i punti forti sono velocità e flessibilità. Se devo impiegare un grosso strumento che impiega tre ore, devo aspettare di avere tutti i campioni insieme, poi lo faccio partire e devo aspettare il risultato. Con strumenti di dimensioni maggiori, un pcr (la Reazione di polimerizzazione a catena, cioè la tecnica per il rilevamento del virus, ndr) richiede un minimo di tre ore/tre ore e mezzo. In questo caso invece si parla di un’ora e 5-10 minuti, incluso il pretrattamento”.

Quindi uno strumento la cui velocità può aiutare in molti casi.

“Sì, assolutamente. Chiaro che se si devono fare duemila o settemila campioni al giorno, questa non è la soluzione tecnologica giusta. Ma messo nell’ambito del piccolo laboratorio che ha bisogno di liberare in fretta il pronto soccorso per capire quali pazienti mettere in un reparto Covid e quali no, questa è la soluzione. Appena i pazienti arrivano, lo fai e in poco più di un’ora hai il risultato. Questo è il grosso vantaggio”.

 La misurazione è valida per qualsiasi persona?

“È un metodo applicabile sia ai soggetti che hanno dei sintomi, riconducibili al Covid-19 (come febbre, tosse o alterazione di gusto e odori), ma anche sugli asintomatici. Ha la stessa identica applicabilità del tampone classico, ma è una tecnologica miniaturizzata e resa più agile”.

Si tratta di uno strumento valido per qualsiasi laboratorio?

“Sì, con questa flessibilità, qualunque laboratorio, anche molto piccolo, può eseguire la diagnosi. Come Università di Bologna, abbiamo collaborato alla realizzazione col gruppo di Alifax che stava lavorando su questo. L’abbiamo poi convalidato dal punto di vista clinico, in quanto ci vuole un’approfondita competenza virologica per poter effettuare la validazione”.

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