Pool di superperiti per l’alluvione: il disastro poteva essere evitato?

I pm di Forlì e Ravenna vogliono sapere se l’evento era prevedibile e se fu fatto tutto il possibile. Verso l’archiviazione i fascicoli per omicidio colposo: l’allerta scattò e i soccorsi arrivarono

Ravenna, 1 maggio 2024 – A quasi un anno di distanza, una cosa è chiara: per venirne a capo, occorrerà una super-consulenza. Un lavoro insomma di un collegio di esperti selezionati in vari ambiti e in grado di rispondere a tre domande: se gli eventi erano prevedibili e, nel caso, a chi sarebbe toccato muoversi e con quali risorse.

L’inchiesta sulle due alluvioni che nel maggio 2023 hanno flagellato la Romagna, sta procedendo in maniera congiunta sui tavoli di due Procure: quella di Forlì e quella di Ravenna. L’ipotesi è di disastro colposo contro ignoti. E dopo una prima fase, ancora in via di definizione, di raccolta dati tra relazioni di protezione civile e verbali di forze dell’ordine corredati di foto e video che avevano immortalato lo stato dei luoghi, i magistrati sono ora in procinto di individuare di comune accordo i nomi dei consulenti adatti a questo tipo di lavoro.

Ragazzi romagnoli spalano il fango nei terribili giorni del post alluvione
Ragazzi romagnoli spalano il fango nei terribili giorni del post alluvione

Ci saranno ad esempio ingegneri ambientali e idraulici, geologi, biologi, meteorologi e così via. In tal senso, ci sono già state diverse riunione tra inquirenti sull’asse della Ravegnana, la Statale che congiunge i due capoluoghi, muta testimone delle sfuriate di fiumi come il Ronco e il Montone.

Non si profilano al momento avvisi di garanzia: una ipotesi che appare subordinata alla conclusioni della super-consulenza: non è cioè scontato che dalla relazione possano emergere chiari profili di responsabilità penale. In ogni caso i tempi non appaiono brevi alla luce del mare magno di dati da esaminare e della complessità della materia. Potremmo cioè salutare il 2024 senza ancora un responso sulle alluvioni.

Più semplice , sempre dal punto di vista penale, il discorso sui fascicoli per omicidio colposo aperti contro ignoti per i morti: a Ravenna - che ne aveva registrati sette, quasi la metà di tutte le vittime di quei giorni in regione - c’era chi aveva perso la vita annegato nel suo letto; chi era rimasto intrappolato in casa; chi era spirato scendendo dal proprio furgone; e chi era deceduto folgorato mentre cercava di salvare un congelatore dall’allagamento.

Per ogni singolo caso, la Procura già nell’autunno scorso aveva chiesto l’archiviazione rilevando come in buona sostanza gli avvisi per quella furia che si stava abbattendo sull’intero territorio, erano stati molteplici. E l’invito per le aree più a rischio, era stato perentorio: via di casa. In quanto ai soccorsi, c’erano stati e, nei limiti del fattibile in quelle condizioni meteorologiche, avevano cercato di salvare quante più vite possibili.