Alluvione e rinascita: "Dai soldi a chi lascia la casa allo studio per fermare le nutrie. Perché non succeda mai più"

Alessandro Bratti, segretario Autorità distrettuale del Fiume Po-Mite, illustra il piano di ricostruzione "Ci siamo mossi spalla a spalla con Regione e commissario, nostro il contributo tecnico scientifico".

Alluvione e rinascita: "Dai soldi a chi lascia la casa allo studio per fermare le nutrie. Perché non succeda mai più"

Alluvione e rinascita: "Dai soldi a chi lascia la casa allo studio per fermare le nutrie. Perché non succeda mai più"

Ferrara, 27 aprile 2024 – Dalle tracimazioni controllate all’indicazione delle zone dove sarà vietato costruire. Con un solo obiettivo, che non succeda mai più quello che è avvenuto quasi un anno fa in Emilia-Romagna, la grande alluvione, l’acqua come un mare scuro nelle piazze e nelle case, famiglie in fuga, angeli del fango. E’ un piano speciale, indica le linee per gli interventi post-alluvione, piano che si è avvalso del contributo tecnico dell’Autorità distrettuale del Fiume Po-Mite, segretario generale Alessandro Bratti. E’ lui a spiegare i punti chiave di quello che si può definire un manuale anti-alluvione realizzato a braccetto con la Regione.

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Qual è stato il vostro ruolo in quella che può essere definita la ricostruzione post-alluvione?

"Il coordinamento tecnico scientifico – precisa Bratti – è stato fatto da noi, che ci siamo mossi spalla a spalla con la Regione, sotto l’egida della struttura commissariale del generale Francesco Figliuolo. L’ordinanza prevedeva una serie di aree di intervento per il post alluvione, una era il piano d’assetto idrogeologico. In pratica l’area madre di tutti gli interventi che noi abbiamo coordinato. Attivando una squadra della quale fanno parte anche le università"

Un documento molto corposo. Facciamo chiarezza. La moratoria urbanistica

"E’ cruciale, è stato fatto un decreto che vieta di costruire in alcune zone per almeno tre anni. Sono le aree individuate dalla Protezione civile e indicate su una mappa come aree alluvionate"

La tracimazione controllata, di che si tratta?

"E’ un’operazione concordata con gli agricoltori che proprio per questo percepiranno dei ristori. Vengono allagate alcune zone per evitare che l’acqua inondi città, piazze e case"

Gli argini? Anche questi sono finiti sul banco degli imputati

"In alcune zone verranno allargati, tra gli interventi anche la pulizia degli alvei per evitare che vegetazione e detriti che possano fare da tappo. Da qui gli allagamenti"

Le case che si trovano nelle zone a rischio, che farete?

"Si chiama delocalizzazione, si riferisce sia alle alluvioni che alle frane. Abbiamo verificato che è più conveniente dare finanziamenti ai proprietari delle strutture perché vadano a costruire altrove che intervenire su una frana con un costo in alcuni casi che ha sfiorato un milione di euro"

Non solo mattoni

"No, ci siamo occupati con Ispra anche della fauna. In modo particolare di nutrie e istrici. Possono fare gallerie, canali che mettono a repentaglio gli argini, che possono determinare un ulteriore rischio idraulico. Faremo uno studio per il contenimento che partirà da una mappatura della popolazione di questi animali. Una volta ottenuto il monitoraggio si interverrà dove sono più numerosi"

E’ nato il primo coordinamento tra riserve Mab Unesco lungo il fiume Po, a cosa serve?

"E’ una confederazione che unisce cinque territori, dal Monviso al Delta del Po. E’ una delle biosfere Unesco più estese del mondo. Conta più di ottanta comuni e stanno per aderire la città di Ferrara, Bondeno e Riva del Po. Che potranno accedere a finanziamenti per realizzare agricoltura sostenibile, turismo fluviale, mobilità green. L’obiettivo principale attraverso questo percorso è quello di ripopolare i comuni rivieraschi, renderli attrattivi di nuovo, creare motivi ed occasioni per frenare la fuga della popolazione".