Covid, il virologo: "Vaccino anche ai bambini o la pandemia durerà anni"

Il dottor Stefano Menzo contro i sit-in anti Green pass: "Stop a dubbi sulle dosi, se non arriviamo alla copertura del 90% sarà dura"

Il virologo Stefano Menzo, primario di Virologia all'ospedale regionale di Torrette

Il virologo Stefano Menzo, primario di Virologia all'ospedale regionale di Torrette

Ancona, 7 agosto 2021 - Ancora manifestazioni, sit-in, banchetti di raccolta firme per dire no al Green pass e al vaccino, anzi, al "vaccinazismo", come lo definiscono i (pochi) cittadini che scendono in piazza questi giorni paragonando Draghi e un vampiro e il governo ai vari regimi dittatoriali del passato. Senza una buona percentuale di vaccinati, si rischia di non vedere la fine della pandemia che tante vite si è portata via e a tanta pressione ha sottoposto gli ospedali, causando rallentamenti inevitabili nelle cure anche di chi, col Covid, non aveva nulla a che fare. Lo sa bene il primario Stefano Menzo (nella foto), responsabile di Virologia a Torrette di Ancona.

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Dottor Menzo, cosa pensa delle manifestazioni nelle nostre piazze contro il Green pass? "Il mio giudizio, e quello di chi lavora nella sanità, non può che essere negativo. Un numero elevato di casi comporta un disagio per il sistema. Un esempio: un paziente positivo, anche se asintomatico, porta una serie di conseguenze, screening, chiusura del reparto, e così via. Tutto questo può essere ridimensionato se tutti si vaccinano". Uno dei pensieri più ricorrenti, nel corso dei sit-in no vax, è il non conoscere gli effetti a lungo termine del vaccino. "È una stupidaggine, basta pensare che i vaccini dei tipi Pfizer e Moderna sono stati somministrati a circa due miliardi di persone nel mondo, senza che ci siano stati effetti catastrofici. C’è chi dice che i vaccini non sono stati sperimentati. Beh, se due miliardi non sono considerati una base abbastanza ampia... I problemi a lungo termine? Non esistono, o vengono fuori subito o al massimo entro qualche settimana. Quindi, o si capisce che tutti devono vaccinarsi e arriviamo a coprire almeno al 90% della popolazione o ci porteremo dietro questi scenari per i prossimi mesi e anni a venire". Lei parla di anni. Che futuro ci aspetta? "La fotografia del futuro l’abbiamo già, ed è l’Inghilterra. Anche da noi i contagi aumentano, e cresceranno ancora con l’apertura delle scuole". Quali categorie dovrebbero essere obbligate a vaccinarsi? "L’obbligo vaccinale dovrebbe essere introdotto per tutta la popolazione, bambini compresi. E comunque, in primo luogo, l’obbligo dovrebbe esserci per chiunque lavora a contatto col pubblico. Penso ad esempio agli operatori sanitari, quelli dei servizi pubblici, al personale scolastico e dei trasporti fino a chi è impiegato nella ristorazione e nel turismo". Va introdotto, quindi, l’obbligo vaccinale? "Lo Stato potrebbe farlo, ma non ne ha il coraggio. La politica ha avuto, per così dire, un coraggio modesto. Il Green pass è una misura a metà, un compromesso, che da una parte accontenta chi non vuole l’obbligo e dall’altra può incentivare gli indecisi. Ma, come tutti i compromessi, non può mai essere ottimale". Cosa direbbe a un no vax? "Se non ci vacciniamo tutti, avremo un centinaio di morti al giorno. C’è chi può dire ’A me non interessa nemmeno dei morti, voglio essere libero’. Benissimo. Ma queste persone non capiscono che i problemi, con uno scenario simile, ci saranno per tutti. Si ammaleranno in tanti, che magari non soffriranno tanto per il Covid o saranno addirittura asintomatici, ma nel loro essere contagiati e quindi contagiosi occuperanno posti letto e i reparti saranno intasati, a discapito di chi deve curarsi per altre patologie. L’unico modo per fermare questo è fare ricorso al vaccino. Ma, purtroppo, in diversi ancora non l’hanno ben compreso".