Covid Romagna: visite ed esami a rischio negli ospedali

Durante il lockdown si erano accumulati ritardi per 30mila prestazioni: si rischia di vanificare il recupero

Ospedale Morgagni Pierantoni

Ospedale Morgagni Pierantoni

Forlì, 22 novembre 2020 - Anche in Romagna siamo al limite. Se la curva Covid-19 non imboccherà la china discendente, negli ospedali dovranno essere limitate le prestazioni extracovid. Parole messe nero su bianco dalla Conferenza territoriale sociale e sanitaria, che si è riunita venerdì. A presiederla il sindaco di Ravenna, Michele De Pascale; a fornire un quadro aggiornato della situazione c’erano direttore generale Tiziano Carradori, il direttore sanitario Mattia Altini, il direttore del dipartimento di Sanità pubblica Raffaella Angelini e il direttore delle Attività socio sanitarie Mirco Tamagnini, hanno illustrato la situazione attuale. Negli ospedali romagnoli "vi sono attualmente circa 500 ricoverati per cui la situazione è al limite del livello rosso, superato il quale si dovranno limitare prestazioni extracovid". Su visite ed esami, l’Ausl aveva accumulato durante il lockdown un ritardo di 240mila prestazioni – di cui cui 30mila nel Forlivese – e aveva profuso risorse e sforzi per recuperare, entro fine anno (questo l’auspicio). Il tema del ritardo diagnostico di altre gravi malattie, come effetto collaterale del Covid, è stato sollevato da tutti gli esperti: il rischio è quello di vanificare il recupero autunnale. Nelle terapie intensive attualmente i ricoveri sono 46 a fronte dei cento posti circa disponibili, sempre in ambito romagnolo. Cosa fare per migliorare la situazione? I servizi Igiene pubblica e Sociosanitario stanno individuando spazi per accogliere pazienti fragili e positivi con sintomi lievi, in modo da alleggerire la pressione sugli ospedali, le cosiddette Cra Covid: a breve saranno individuate le strutture adatte anche in provincia di Forlì-Cesena. A tal proposito , i pazienti ricoverati in Emilia-Romagna in terapia intensiva sono 241 (-3 rispetto a due giorni fa), 2.594 quelli in altri reparti Covid (+60). A Forlì e Cesena i posti in terapia intensiva (6 + 1) sono invariati. Le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente a livello regionale 62.245 (+2.092), il 95,6% del totale dei casi attivi. Carradori ha inoltre informato che l’Azienda Ausl sta acquisendo quattro frigoriferi ’ultracongelatori’ (meno 80 gradi) in vista dell’arrivo delle prime dosi del nuovo vaccino contro il Covid, due dei quali saranno collocati a Pievesestina a servizio di Forlì e Cesena. Rispetto alla somministrazione "si seguiranno le linee guida nazionali e regionali che al momento la prevedono per il personale sanitario". Sul Covid – ma anche sulla rete oncologica che avrebbe l’Irst di Meldola come perno (ieri se n’è discusso senza votare) – ha detto De Pascale, "abbiamo visto importanti passi avanti da parte della nuova direzione Ausl, in un senso che sta trovando l’approvazione dei sindaci e delle istituzioni".