Assolto dall'accusa di violenza sessuale alla collega

Lei lo aveva denunciato per molestie riferendo che le aveva toccato cosce, glutei e seno. L’avvocata di lui: “E’ stata fatta giustizia”

Violenza sessuale: foto generica di una manifestazione

Violenza sessuale: foto generica di una manifestazione

Reggio Emilia, 25 aprile 2024 - Un uomo di 42 anni, nato in Ucraina e residente in città, è finito a processo chiamato a rispondere di violenza sessuale nei confronti di una collega di lavoro: ieri, all'esito del processo di primo grado, è stato assolto.

Secondo la ricostruzione accusatoria, lui avrebbe palpeggiato una 30enne di origine straniera che faceva le pulizie dentro un supermercato reggiano. Entrambi erano dipendenti della stessa azienda: lui lavorava come magazziniere e lei come addetta alle pulizie all'interno del punto vendita.

La donna aveva sporto denuncia ai carabinieri, riferendo di aver subito svariati episodi in cui avrebbe subito molestie sessuali da parte di lui. Nel capo di imputazione finale sono stati contestati i presunti fatti relativi a due giornate, il 16 e il 19 novembre 2020: secondo l'accusa, in queste due occasioni lui le avrebbe toccato le cosce, i glutei e il seno invitandola ad avere una relazione sessuale e strofinandosi addosso a lei. Ieri si è tenuta la discussione delle parti, poi culminata nella sentenza. È stato ascoltato l'imputato, che ha riferito che vi erano liti per motivi di lavoro. Il pubblico ministero Maria Rita Pantani ha chiesto 4 anni di condanna, ritenendo provati i fatti sia in base alla testimonianza della donna sia a quelle rese dagli altri colleghi. L'avvocato difensore Erica Romani ha domandato invece l'assoluzione, sostenendo che la donna non fosse stata in grado di collocare i presunti episodi nel tempo e nello spazio. Inoltre ha detto che i testimoni non avevano assistito alle condotte contestate, perché avevano dichiarato che lei aveva riferito loro di essere stata "disturbata" senza riferimenti a condotte sessuali. Il collegio dei giudici, presieduto da Cristina Beretti, a latere Giovanni Ghini e Silvia Semprini, ha assolto l'imputato "per non aver commesso il fatto"

"Il mio assistito è innocente e vittima di un'accusa infondata che è stata ampiamente smontata in fase processuale - dichiara l'avvocato Romani -. Sono soddisfatta della sentenza: è stata fatta giustizia e ora il mio assistito può finalmente porre la parola fine a un calvario durato quattro anni".