Siriana abusata, la prontezza degli agenti ha fatto la differenza

La segnalazione: tre donne vagano nella golena del Po, spaventate e denutrite. Per i primi dialoghi è stato usato il traduttore Google .

Siriana abusata, la prontezza degli agenti ha fatto la differenza

Siriana abusata, la prontezza degli agenti ha fatto la differenza

È partita da una semplice segnalazione arrivata alla polizia locale dalla golena di Guastalla l’indagine che ha portato a due arresti e a verifiche su una presunta tratta di esseri umani in fuga da zone di guerra nel mondo e dirette verso l’Europa. Una vicenda che ha da subito evidenziato una serie di gravi reati, fino ad arrivare a una presunta violenza sessuale su minore. Un’inchiesta affidata alla Dda di Bologna. Nessuno poteva immaginare quale scenario si sarebbe sviluppato quando nel primo pomeriggio del 30 maggio dello scorso anno è arrivata alla centrale operativa della polizia locale della Bassa Reggiana la segnalazione della presenza di tre donne che vagavano nella golena del Po, sul territorio guastallese. Una pattuglia del nucleo di polizia giudiziaria del comando locale si è recata sul posto per le verifiche. Sono state individuate tre donne straniere (nonna, madre e figlia minore), che non parlavano la lingua italiana ed apparivano evidentemente stanche, spaventate e denutrite. Dopo un primo intervento di soccorso, con le donne portate al comando e rifocillate, si è subito cercato di capire come fossero arrivate in quel posto e dove fossero dirette. Nella circostanza, vista la barriera linguistica, sono stati da subito utilizzati mezzi di fortuna come il traduttore simultaneo di Google, riuscendo a capire che le tre donne facevano parte di un nucleo famigliare più numeroso e che erano state portate a Guastalla da coloro che le avevano accompagnate in Italia dalla Slovenia. Grazie a un interprete, si è poi tradotto in modo chiaro il racconto delle testimoni, scoprendo che gli uomini responsabili del loro trasporto avevano portato via una ragazza di 17 anni, della quale non avevano più notizie. Gli agenti del comandante Francesco Crudo sono riusciti a rintracciare ad Udine gli uomini della famiglia, ma non la figlia diciassettenne, che solo successivamente era stata ritrovata in un’area di servizio. Dalle indagini è emersa pure l’ipotesi di una grave violenza sessuale sulla ragazza, che sarebbe avvenuta in un casolare nelle campagne guastallesi, oltre a un vasto traffico di esseri umani.

"È stata di fondamentale importanza – commenta il comandante Crudo – la capacità empatica degli operatori intervenuti già per le prime verifiche, i quali si sono subito resi conto della gravità dei fatti, oltre all’abilità nello sfruttare i mezzi tecnologici a disposizione, sia per il ritrovamento quasi immediato dei famigliari delle donne sia per il proseguo delle indagini, alla quali i sistemi di videosorveglianza e lettura targhe presenti sul territorio di Guastalla e dell’intera unione, hanno contribuito in maniera decisiva".