Diabete tipo 1, i medici: “Se compare nei bambini sotto i 10 anni, ne ‘ruba’ 16 di aspettativa di vita”

In vista della Giornata mondiale del diabete, parla Valentino Cherubini, presidente Siedp e direttore di Diabetologia Pediatrica agli Ospedali Riuniti di Ancona: “Tardivo il 40% delle diagnosi, fondamentale lo screening”

Fondamentale lo screening per individuare i bimbi a rischio di diabete di tipo 1 (foto di repertorio)

Fondamentale lo screening per individuare i bimbi a rischio di diabete di tipo 1 (foto di repertorio)

Bologna, 13 novembre 2023 – Sono tardive il 40% delle diagnosi di diabete di tipo 1 e servono procedure per individuare i bimbi ad alto rischio che – se non individuati in tempo – possono arrivare anche a rischiare la vita. E’ quanto afferma la Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica (Siedp), attraverso la voce del suo presidente Valentino Cherubini, che è anche  il direttore della Diabetologia Pediatrica agli Ospedali Riuniti di Ancona, nelle Marche. Il presidente Siedp fa il punto sulla malattia e sull’importanza dello screening e di una diagnosi precoce in vista della Giornata Mondiale del Diabete che viene celebrata domani, martedì 14 novembre. L'Italia è il primo Paese al mondo ad avere istituito uno screening del diabete di tipo 1, grazie alla legge 130/2023 promulgata lo scorso 15 settembre.

"È urgente e necessario che vengano emanati al più presto i decreti attuativi per individuare i bambini e i ragazzi ad alto rischio, prima che si arrivi a uno scompenso che può mettere in pericolo perfino la vita – spiega il dottor Cherubini –. Se la malattia ha un insorgenza precoce e compare nei bimbi al di sotto dei 10 anni d'età, causa una perdita di 16 anni di aspettativa di vita. Tuttavia, se diagnosticata in tempo, curata e ben controllata da adulti l'aspettativa di vita è la stessa della popolazione senza diabete”.

Lo screening potrà consentire inoltre di utilizzare terapie - non ancora disponibili in Italia - in grado di ritardare la comparsa della malattia.

L'incidenza del diabete di tipo 1 è in crescita da tempo a un tasso del 3-4% annuo e ha subito un'impennata nei due anni di pandemia: di circa il 14% nel primo anno e del 27% nel secondo. In aumento anche il diabete di tipo 2, una malattia che fino a qualche tempo fa era tipica dell'età adulta e che oggi anche a causa di sovrappeso, obesità, stili di vita scorretti cresce anche negli under-20. 

Diabete di tipo 2: nuovi progressi

Inoltre, nuovi studi fanno progressi anche sul lato del diabete di tipo 2. Gli ultimi dati pubblicati da un nuovo studio su 'International Microbiology' suggeriscono che le mandorle sono lo snack ideale per chi soffre di prediabete o diabete tipo 2 perché migliorano il controllo della glicemia, riduzione dell'insulina postprandiale, maggiore varietà del microbioma intestinale. Questi risultati sono particolarmente importanti perché la patologia interessa più di 500 milioni di persone nel mondo - circa il 6% dell'intera popolazione italiana - e si la stima che, nei prossimi 30 anni  arriverà a 1,3 miliardi, più del doppio. Mentre è già noto che modifiche allo stile di vita, come una maggiore attività fisica, la perdita di peso e l'introduzione di cambiamenti nella dieta, non solo aiutano a gestire il diabete di tipo 2, ma possono anche arrestare o ritardare la progressione dal prediabete al diabete conclamato.