Fascicolo sanitario Emilia Romagna: pochi click. Il documento elettronico non decolla

Attivato solo da un quarto della popolazione. Pressing bipartisan sulla giunta: "Renderlo più accessibile e completo"

Emilia Romagna, un quarto dei cittadini iscritti al fascicolo sanitario elettronico

Emilia Romagna, un quarto dei cittadini iscritti al fascicolo sanitario elettronico

Bologna, 14 dicembre 2020 - Il fascicolo sanitario elettronico? Ancora sconosciuto ai più e incompleto. "Ecco perché il nostro obiettivo è la completa digitalizzazione di referti (anche provenienti da strutture private convenzionate col pubblico) e uno sforzo per rendere più conosciuto, e quindi più sfruttato, questo strumento prezioso". Non ammette repliche Marcella Zappaterra capogruppo dem in Regione, tra le prime ad accendere i riflettori su questo tema. Tutto attraverso una risoluzione, firmata da 14 esponenti della maggioranza, che ha incassato anche il pieno appoggio delle opposizioni. "Attualmente sono appena un quarto gli emiliano romagnoli che hanno attivato questo dispositivo – riavvolge il nastro la Zappaterra – e ci sono ancora delle criticità. Per esempio, ancora non vengono caricati i dati delle diverse aziende sanit arie. Bisogna risolvere questo tema e fare in modo che ogni persona possa accedere in un clic alla propria storia clinica completa. Il Covid ci ha insegnato che non possiamo più procrastinare" .

La fotografia nitida arriva dai dati: sono poco meno di 1, 2 milioni i fascicoli sanitari elettronici attualmente attivi in Emilia Romagna (1.197.964 per la precisione) a fronte di un potenziale di 4,5 milioni, in pratica tutta la popolazione residente. Va detto, però, che oltre ad essere stata tra le prime ad attivarlo, non mancano le risorse messe in campo dalla Regione Emilia-Romagna per il 2020/2021. Parliamo di quasi quindici milioni da destinare alle Aziende sanitarie (l’80% del totale, quindi 11.792.839,88 euro) e la società in house Lepida (cui va il restante 20%, per complessivi 2.948.209,96 euro), per rilanciare uno strumento digitale unico e molto utile. Se completo, il documento è una vera e propria carta d’identità della salute da poter utilizzare sempre e ovunque.

Una sorta di cassetto digitale che racchiude la storia clinica di ogni cittadino: dai referti delle visite specialistiche alle lettere di dimissione dall’ospedale. E ancora i verbali del Pronto Soccorso, le radiografie e le prescrizioni farmaceutiche. In Italia, l’utilizzo del fascicolo ha avuto un’autentica impennata in questi ultimi mesi: sono oltre 28 milioni i cittadini che lo hanno attivato.

"L’Emilia-Romagna è la prima regione ad accelerare sul potenziamento del fascicolo sanitario elettronico, ma possiamo fare ancora meglio – ha ribadito la prima firmataria della risoluzione, Nadia Rossi – investendo affinché i cittadini abbiano a disposizione una documentazione digitale sanitaria completa, che si trovino nella propria regione ma non solo". A ricordare invece le difficoltà legate alla registrazione dei minorenni è stata Manuela Rontini (Pd): "Ho presentato un’interrogazione perchè bisogna superare questa modalità obsoleta che richiede il passaggio fisico allo sportello – ha chiarito –. Le famiglie hanno necessità di accedere ai referti per i propri figli".

Ma si tratta di un pressing bipartisan sulla giunta Bonaccini. Anche secondo Giancarlo Tagliaferri di Fratelli d’Italia, "il fascicolo sanitario elettronico è uno strumento importantissimo, anche per limitare al minimo gli spostamenti dei pazienti in fase di pandemia – spiega –. Però dai dati rilevati nel 2019, emerge che solo il 22% degli emiliano-romagnoli lo ha attivato. Non è facile accedere al servizio, soprattutto per gli anziani. Serve una grande campagna comunicativa, perchè uno strumento funziona solo quando tutti sono informati e messi in condizione di usufruirne".