"Tanti morti Covid, ecco perché"

Il direttore sanitario dell’Ausl Romagna, Mattia Altini, spiega i motivi dell’alto numero di vittime "La concomitanza di altre patologie mette in pericolo i pazienti fragili"

Cesena, 5 agosto 2022 -  La quinta ondata perde forza ma l’abbrivio lascia dietro di sé un numero di morti che sembra smentire il depotenziamento dell’effetto pernicioso del covid. Nelle ultime due settimane, secondo dati elaborati dall’Ausl Romagna per il consueto bollettino settimanale, nella nostra sub regione si sono registrati prima 27 e poi 29 esiti letali legati al coronavirus. Negli ospedali romagnoli, dato di ieri, sono ricoverati 217 pazienti (erano 244 lunedì scorso).

Mattia Altini, direttore sanitario dell’Ausl Romagna
Mattia Altini, direttore sanitario dell’Ausl Romagna

Come mai ancora tanti considerato che oltre il 90 per cento dei romagnoli è plurivaccinato? "È la curva tipica del contagio che si è manifestata anche nelle altre ondate - risponde Mattia Altini, direttore sanitario dell’Asl Romagna -. Quello che stiamo vedendo oggi, però, ha poco a che fare con il Covid".

In che senso dottor Altini? "Nel senso che tutte le persone oggi ricoverate in rianimazione non sono lì per insufficienza respiratoria da Covid, ma perché hanno fatto un intervento chirurgico delicato e sono state riscontrate positive asintomatiche".

Ma dove hanno contratto il contagio? "Possono averlo acquisito ovunque, non necessariamente in ospedale dove restano per un tempo minimo. Ossia, se devono essere operate, benché senza sintomi, vengono sottoposte al tampone, che si può rivelare positivo. Ma in terapia intensiva non ci vanno per gli effetti del Covid bensì per la delicatezza dell’intervento che hanno subito. Peraltro la dinamica del contagio è molto varia e può attivarsi nel percorso di vita del paziente non solo in quello di cura".

Perché si muore ancora di Covid e in numeri così consistenti? Ventinove morti in Romagna in una settimana è il risultato più alto da maggio. "E’ l’effetto della concomitanza di condizioni patologiche con più malattie in uno stesso soggetto. Sono i fragili quelli che muoiono e rischiano di più. Su di loro il Covid interviene aggravando una condizione già a rischio".

Persiste la necessità di diversificare tra morti di Covid e morti con il Covid? "Oggi il Covid è una complicazione in un intervento sanitario di altra natura. Se questo evolve fino al decesso è difficile verificare quale sia stata la causa che ha portato all’esito letale. Ossia, se il paziente muore sia in presenza di un’insufficienza cardiorespiratorio che positivo al Covid è complicato stabilire quali delle due cause lo hanno portato al decesso".

Sono molti i non vaccinati che finiscono in ospedale? "No, ormai il livello di copertura è tale che rende poso rilevante questo fenomeno".

Però la quarta dose langue. "Ci prepareremo per un vaccino in autunno che raccolga anche le ultime varianti. L’evoluzione del Covid va verso un tipo di influenza, magari un po’ più fastidiosa e con una storia più drammatica. Dobbiamo cercare di conviverci e il vaccino dovrà diventare un’abitudine".