Nuovo Dpcm quando: cosa succede tra il 15 febbraio e il 5 marzo. Date e scadenze

Lo scenario a una settimana dalla scadenza delle limitazioni agli spostamenti tra regioni (15 febbraio), tra un esecutivo uscente e la nuova squadra Draghi ancora da formare

Nuovo Dpcm, dagli spostamenti ai ristoranti (foto Ansa)

Nuovo Dpcm, dagli spostamenti ai ristoranti (foto Ansa)

Bologna, 8 febbraio 2021 – Liberi tutti sì o liberi tutti no? E' questa, a una settimana dalla scadenza delle limitazioni agli spostamenti tra regioni (15 febbraio) e a meno di un mese dal decorso naturale del Dpcm che regola aperture, chiusure e coprifuoco (5 marzo), la domanda che si stanno ponendo tutti gli italiani.

Lo stesso quesito, di difficile soluzione, sul quale si stanno arrovellando l'esecutivo uscente e la squadra del premier incaricato, Mario Draghi, incalzati, in un senso, da diverse amministrazioni regionali e dalle associazioni dei commercianti e, nell'altro, dalle autorità sanitarie e dal Cts, che continuano a mordere il freno, sul rischio degli assembramenti.

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Una lotta contro il tempo

Il vero grande nodo, però, al di là delle volontà del governo dimissionario e di quelle di chi si appresta a sostituirlo a Palazzo Chigi, è proprio il tempo, dal momento che, vista l'enorme importanza delle decisioni da prendere e l'incalzare del calendario, non c'è ancora accordo su quale dei due soggetti debba assumersi una tale responsabilità.

I primi, infatti, che ora mantengono il potere solo per il disbrigo degli “affari correnti”, non si sentirebbero legittimati a legiferare (o, meglio, adottare un decreto legge) su una materia che inciderebbe sulla vita pubblica ben oltre i confini temporali del proprio mandato, mentre i secondi, anche accelerando al massimo sulla tabella di marcia, non potrebbero presentarsi in Parlamento prima del 16 febbraio.

Si aprono, dunque, due possibilità: mettere nero su bianco un provvedimento nuovo di zecca prima di essere ufficialmente insediati o lasciare decadere quello vecchio, con il proposito di lavorarci in seguito. In questo secondo modo, però, dalla notte del 15 febbraio scatterebbe il “liberi tutti” e, già da questa settimana, potremmo assistere a diversi cambiamenti non pienamente regolamentati.

12 febbraio: i colori delle regioni

Il 12 febbraio, come di consueto il venerdì, si riunisce la Cabina di Regìa, costituita da rappresentanti del Ministero della Salute, dell’Istituto superiore di Sanità e della Conferenza delle Regioni,per il monitoraggio settimanale sull'andamento della pandemia da Covid-19, in base all'esito del quale, dalla mattina seguente, le analisi dovranno trasformarsi nelle ordinanze realtive ai cambi di colore dei vari territori nel sistema di zone Covid studiato per il contenimento dei contagi.

Ecco i colori delle regioni oggi.  Zona gialla: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Provincia autonoma di Trento, Sardegna, Toscana, Valle d'Aosta, Veneto. Zona arancione: Provincia Autonoma di Bolzano (che però con ordinanza regionale entra in lockdown), Puglia, Sicilia, Umbria. 

Da oggi, inoltre, tornerano in vigore alcune microzone rosse, già utilizzate da qualche regione durante la prima ondata. In particolare, in Toscana, la zona rossa interesserà il comune di Chiusi, in provincia di Siena; in Umbria saranno invece in zona rossa la provincia di Perugia, i comuni di Amelia, Attigliano, Calvi dell'Umbria, Lugnano, Montegabbione e San Venanzo, in provincia di Terni. In Abruzzo, si tingono di rosso i comuni di Atessa e San Giovanni Teatino, in provincia di Chieti, e Tocco da Casauria, in provincia di Pescara. Anche in Molise 27 comuni vedranno un inasprirsi delle limitazioni per cercare di frenare la corsa del virus, così come, in Sicilia, il comune di Tortorici, in provincia di Messina.

15 febbraio: impianti sciistici aperti (salvo colpi di scena)

Lunedì 15 febbraio, poi, salvo colpi di scena dell'ultimo minuto e in ragione del termine delle due settimane in “giallo rinforzato”, dovranno riaprire i confini regionali e, non meno importante, gli impianti sciistici, anche se, complice il nuovo lock-down di tre settimane imposto alla provincia di Bolzano, bisognerà capire dove, con quali orari e con quali modalità.

Dpcm e date

A quel punto, con una ventina di giorni di tempo, bisognerà iniziare a ragionare sui termini del nuovo Dpcm che sostituirà quello in scadenza al 5 marzo, attraverso una tornata di confronti che farà la differenza sulle sorti di ristoratori, titolari di palestre e piscine e gestori di cinema e teatri. Un passaggio preceduto dal confronto tra i Governatori e il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia. 

E il nodo più ostico, in questo senso, è proprio quello che riguarda la ristorazione, che ha visto crollare i propri fatturati e che invoca la possibilità di alzare le serrande a cena (fino alle 22) nelle zone gialle e, almeno a pranzo, in quelle arancioni.

L'idea, che, stando alla voce di Coldiretti, salverebbe l'80% degli incassi dei ristoranti, è di farlo evitando code e servizio al banco, mantenendo l'obbligo della mascherina nei locali, distanziando di un metro tavoli e luoghi di passaggio e limitando a 4 le persone non conviventi che potrebbero sedere alla stessa mensa.

Anche qui, però, il dibattito è più che aperto, con Roberto Speranza, ministro della Salute in odore di riconferma, che frena e diverse Regioni, Liguria e Lombardia su tutte, che spingono in senso opposto.