Omicron 2: sintomi e differenze con Omicron 1

Luciano Attard, infettivologo del Sant’Orsola: "Variante molto più contagiosa rispetto alla prima, a rischio i non vaccinati"

Covid, i sintomi della variante Omicron 2

Covid, i sintomi della variante Omicron 2

Bologna, 17 marzo 2022 - Omicron 2 è arrivata a Bologna, i dati dei nuovi contagi in risalita registrati negli ultimi giorni erano già un’avvisaglia. E avrebbe già raggiunto il 60 per cento del totale delle infezioni.

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Dottore, l’ennesima variante. La stavamo aspettando?

"Essendo arrivata nel nord dell’Europa, in particolare in Danimarca e Regno Unito, è chiaro che sarebbe giunta anche da noi. Attualmente la sua percentuale è in decisa crescita come nel resto della regione", risponde Luciano Attard, infettivologo del Policlinico Sant’Orsola.

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Luciano Attard, infettivologo del Policlinico Sant’Orsola
Luciano Attard, infettivologo del Policlinico Sant’Orsola

Il dato nazionale sarebbe intorno al 50 per cento, nel Bolognese sembra addirittura più alta.

"Bologna ha molti interscambi di persone, c’è tanto movimento. E anche nelle precedenti ondate non è che abbiamo avuto percentuali di contagi inferiori rispetto al resto delle altre province regionali. Purtroppo in certi momenti siamo anche stati sul podio dei contagi".

E’ più infettiva che l’Omicron originale?

"Ha una trasmissibilità di circa il 30 per cento superiore alla BA1 (l’Omicron originale, ndr). Come la precedente Omicron può colpire anche i soggetti vaccinati, ma bisogna fare dei distinguo ben precisi".

Ce li può fare?

"Chi ha completato il ciclo vaccinale facendo anche il booster ha una protezione dal rischio di ospedalizzazione dell’80 per cento per almeno 4-5 mesi. Questo conferma che la vaccinazione è una protezione fondamentale anche contro queste ultime varianti".

In questo momento chi sta colpendo maggiormente?

"La popolazione meno coperta dai vaccini, ovvero i giovanissimi. In particolare attualmente la fascia di età più colpita è quella tra gli undici e i 13 anni. Si tratta di soggetti che hanno molti scambi relazionali tra scuola, sport, amicizie, incontri".

Sembra di capire che i sintomi di Omicron 2 siano diversi da quelli di BA1.

"Sì, nella BA1 la sintomatologia era prevalentemente a carico delle alte vie respiratorie e, in modo particolare, la gola. Con questa sottovariante si aggiungono i sintomi gastroenterici, quindi nausea, vomito, diarrea".

Chi corre i pericoli maggiori con questa nuova variante?

"Sicuramente chi non ha completato il ciclo vaccinale con il booster. Poi, personalmente, mi preoccupano le persone con problemi oncologici, quelli che hanno subito un trapianto e in genere tutte quelle che hanno una immunodepressione".

Queste persone cosa devono fare?

"Le dosi addizionali di vaccino e i booster. E fare molta attenzione: ai primi sintomi effettuare subito il tampone e avvertire il medico di base se il risultato è positivo in modo da valutare subito se sia indicato un trattamento precoce".

Dottore, secondo il suo parere arriveremo a un vaccino che sia efficace nel contrastare tutte queste varianti? Il dottor Anthony Fauci ha annunciato che sta personalmente lavorando a un vaccino in tal senso.

"Quello a cui il dottor Fauci si sta riferendo è un vaccino pan-coronavirus, ovvero basato sugli antigeni dei coronavirus posseduti da qualunque tipo di variante e che quindi proteggerebbe da tutte le potenziali future varianti".

E’ fattibile, secondo lei, in tempi brevi?

"E’ sicuramente più complesso che fare un vaccino mirato, ma anche questo dipende dalle varie piattaforme di sviluppo che hanno a disposizione le case farmaceutiche".

C’è allerta nei reparti ospedalieri?

"Adesso c’è stata una riconversione dei letti per i pazienti non Covid. E’ chiaro che ora bisognerà vedere che piega prende l’ondata correlata a questa variante. Si è visto che in Danimarca e Regno Unito con l’arrivo della BA.2 c’è stato un aumento dei casi e anche dei ricoveri".

Che consigli si sente di dare alle persone?

"Resta il fatto che la situazione, come vediamo, non è risolta. Quindi, al momento, consiglierei di mantenere le mascherine nei luoghi chiusi e in tutti quei posti dove le persone sono a stretto contatto, come i trasporti pubblici. Nei ristoranti sarebbe utile che continuassero i controlli sui Green pass".

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