Plasma iperimmune e Coronavirus, al via la sperimentazione nelle Marche

Presentato il protocollo che consentirà ai malati di Covid in fase precoce di utilizzare il plasma dei guariti

La presentazione dello studio a palazzo Raffaello, al centro Luca Ceriscioli

La presentazione dello studio a palazzo Raffaello, al centro Luca Ceriscioli

Ancona, 13 maggio 2020 - “Sin dal primo giorno di questa emergenza abbiamo lavorato nella massima trasparenza e chiarezza, combattendo quelle fake news che nella gente possono scatenare false speranze o generare disperazione. E’ per me una grande soddisfazione oggi vedere come la capacità e lo scrupolo dei nostri professionisti ci metta di fronte a nuove opportunità per i malati, come speriamo possa essere questa”. Così in videoconferenza da Ancona il presidente Luca Ceriscioli ha presentato l’avvio della sperimentazione del plasma iperimmune utilizzato a fini terapeutici per la cura del Covid19, guidato da un "protocollo inattaccabile" grazie al lavoro condotto di concerto con gli specialisti e il Comitato etico regionale.

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“Non ci interessano le polemiche – ha poi aggiunto, lanciando una stoccata all’opposizione che aveva ipotizzato il passo indietro della Regione in questa terapia - vogliamo solo raccontare le cose come stanno”. Il plasma sarà utilizzato nei reparti di Malattie Infettive degli ospedali Marche Nord, di Torrette e di Fermo come terapia precoce per i pazienti con polmonite da Covid19. Attualmente, in tutte le Marche, potrebbero esserci una decina potenziali riceventi, ricoverati sia nelle strutture pubbliche che private. I guariti che vogliono donare il proprio plasma si potranno recare, in base alla propria residenza, in uno dei tre ospedali interessati, sapendo però di dover rispondere a tre requisiti: aver avuto l’esito positivo al tampone, essere stati colpiti da polmonite da Covid, ed avere un’età compresa tra i 18 e i 60 anni.

"Ma per agevolare i candidati donatori – ha detto Daniela Spadini, responsabile del dipartimento interaziendale regionale di medicina trasfusionale - abbiamo previsto anche che ci si possa recare in uno dei 12 servizi trasfusionali regionali per fare una sorta di pre-arruolamento. Così potremo inviare ai poli di reclutamento solo i candidati idonei”. Il plasma eccedente non andrà perso: sarà stoccato e potrà essere utilizzato, entro un anno, per far fronte a un'eventuale seconda ondata di contagi, andando oltre la durata semestrale della sperimentazione.