La sindrome del tunnel carpale: cos’è e perché è un problema diffuso

Ricercatori dell'Università Cattolica di Roma fanno il punto sulla patologia

La zona della mano più soggetta ai sintomi

La zona della mano più soggetta ai sintomi

Bologna, 23 febbraio 2023 - La sindrome del tunnel carpale, fastidiosa e invalidante patologia della mano, è più diffusa di quanto sembri. In Italia può arrivare a colpire fino a una persona su dieci, con terapie molto diverse, che possono richiedere anche la chirurgia. Scopriamola meglio.

Una sindrome apparentemente banale

È uscita in questi giorni sulla prestigiosa rivista Lancet Neurology una ricerca svolta dall’Università Cattolica di Roma e Fondazione Policlinico Gemelli. Ne parla il professor Luca Padua, specialista in Fisiatria dello stesso policlinico: "Oggi abbiamo acquisito approcci diagnostici sempre migliori e anche sistemi ecografici vengono in nostro aiuto, ma sono ancora tante le domande che ci poniamo su questa sindrome". Il tunnel carpale è un problema estremamente diffuso: si tratta infatti della più comune neuropatia da intrappolamento, ovvero quando un nervo soffre per la compressione data da tendini vicini. "La sindrome consiste in una sofferenza del nervo mediano a livello del suo passaggio nel polso, in una zona detta appunto tunnel carpale. Attraverso meccanismi di tipo traumatico o infiammatorio si può verificare un aumento della pressione all’interno di questa struttura anatomica che può provocare un danno del nervo”.

I sintomi

Prosegue il dott. Padua: “Questa patologia insorge più frequentemente con una sintomatologia notturna, caratterizzata da formicolio e dolore alla mano, con possibile irradiazione all’avambraccio ed al braccio. Con il tempo tali sintomi compaiono anche di giorno, spesso in seguito ad utilizzo prolungato della mano e talvolta con una localizzazione dei formicolii alle prime tre dita. Nei casi più gravi si rileva una perdita di sensibilità e deficit di forza della mano. La patologia si presenta con maggiore frequenza negli individui di età compresa tra 50 e 54 anni, seguiti da quelli di età compresa tra 75 e 84 anni”.

Forse coinvolto anche il Covid

“Anche il Covid-19 può contribuire all’insorgere di questa sindrome - sottolinea il professore - secondo due casi clinici che sono stati descritti da un gruppo di ricerca italiano dell’Università di Modena e Reggio Emilia. Il meccanismo ipotizzato è quello di una reazione infiammatoria delle cartilagini scatenata dal virus, con conseguente compressione del nervo mediano al livello del polso. Tuttavia, si tratta al momento di un dato troppo esiguo per poter affermare che esista una relazione causale tra Covid-19 e sindrome del tunnel carpale”.

L’uso di smartphone e tecnologie può danneggiare il polso

“Al momento le ricerche non lo hanno definito con sicurezza, ma l’uso prolungato delle tecnologie potrebbe rappresentare un fattore di rischio per il tunnel carpale. È verosimile che l’utilizzo prolungato di oggetti come lo smartphone possa predisporre alla sindrome del tunnel carpale, come dimostrato in alcuni recenti studi su piccole popolazioni”.

Terapia non solo chirurgica

Gli interventi chirurgici e non chirurgici sono utili per il trattamento della sindrome del tunnel carpale e sono ora disponibili diverse opzioni di cura, che forniscono ai medici la possibilità di scegliere l'approccio migliore personalizzandolo per ogni paziente. Ciò nondimeno, le evidenze della letteratura suggeriscono che il primo passo nel trattamento della sindrome è non chirurgico (di tipo conservativo), iniziando con l’informazione e l’educazione del paziente. Segue l’uso di tutori che, limitando i movimenti di del polso, riducono lo stress del nervo coinvolto. Infine, sono possibili iniezioni di corticosteroidi. Conclude Padua: “La chirurgia dovrebbe essere riservata alle compressioni più gravi e in fase più avanzata. La selezione dell’approccio migliore per la diagnosi e il trattamento della sindrome del tunnel carpale si basa sull’esperienza e sull’opinione del medico".