Usca Covid, in Emilia Romagna 420 angeli curano a casa i malati

Sono i medici e il personale sanitario che vanno nelle abitazioni dei pazienti non ricoverati ma con il Coronavirus: già fatti 86mila interventi

Usca, in Emilia Romagna la carica dei medici che curano a casa i malati Covid

Usca, in Emilia Romagna la carica dei medici che curano a casa i malati Covid

Bologna, 16 novembre 2020 - Balzano i contagi: aumentano le task force per i controlli "porta a porta" dei malati di Covid. Quasi 90mila interventi da marzo ad oggi, poco meno di 11 mila al mese. Oggi, su 53 mila positivi attivi in Emilia Romagna,. oltre 50mila sono a casa: come il governatore Stefano Bonaccini. La Regione Emilia Romagna, fra le prime a istituire le Usca (Unità speciali di continuità assistenziale), servizio per far rifiatare gli ospedali, ne conta oggi già 60. Sono equipe mediche, in sostanza, che vanno a casa dei pazienti. Attualmente, da Piacenza a Rimini sono coinvolti su base volontaria 358 medici e 62 operatori sanitari che, da marzo ad oggi hanno erogato 86.438 prestazioni per la precisione. Un vero e proprio tour de force, essenziale per evitare il collasso del sistema sanitario.

Usca: unità speciali di continuità assistenziale, 60 squadre in Emilia Romagna
Usca: unità speciali di continuità assistenziale, 60 squadre in Emilia Romagna

La sfida che si trovano ad affrontare ora le Ausl? "La disponibilità di medici. Non certo per mancanza di volontà – spiegano dall’Assessorato per le Politiche alla Salute - ma perché si tratta di un servizio su base volontaria e molti di loro sono impegnati in altri compiti". Ma andiamo con ordine. A Reggio Emilia si contano 12 Usca, 9 a Rimini, 7 a Modena, 6 a Piacenza, 5 a Bologna e altrettante a Ferrara, 4 a Parma, 3 rispettivamente a Imola, Ravenna, Forlì, Cesena. Reggio Emilia e Rimini possono contare inoltre su Usca dedicate all’assistenza agli anziani affetti da coronavirus ricoverati all’interno delle Case di residenza per anziani. Va detto anche che il numero differente di Usca non rileva la maggiore o minore presenza di personale dedicato. "Nella fase più acuta – spiegano ancora dall’Assessorato – siamo arrivati ad averne 84. Chiaramente si tratta di un servizio che segue l’andamento dell’epidemia".  

Sono le Ausl a coordinare l’attivazione delle Usca che si occupano solo dei pazienti con Covid conclamato. Gli asintomatici e i paucisintomatici (persone contagiate ma con sintomi lievi, simili a quelli di una banale influenza insomma) devono essere seguite dai medici di base. Ma come funziona il lavoro delle Usca? "Innanzitutto si tratta di equipe che possono essere formate da uno o due medici che viaggiano a bordo di un’auto aziendale per raggiungere i pazienti ammalati di Covid. A seconda delle scelte di ciascuna Ausl, possono essere accompagnati da infermieri in supporto ma non ci sono particolari obblighi – prosegue l’Assessorato -. Non solo: a far parte di questi team sono perlopiù medici di guardia medica, laureati e abilitati, oppure camici bianchi che stanno svolgendo il corso di formazione specifica in medicina generale (lo stesso che occorre frequentare per diventare medico condotto ndr). Non effettuano unicamente il triage telefonico, a loro spetta il compito di seguire i pazienti a domicilio, eseguendo elettrocardiogrammi e altri controlli e andanso se necessario nelle residenze per anziani"