ANDREA ZANCHI
Editoriale
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Affluenza, una partita tutta da giocare

Non ci sono solo i risultati delle liste politiche a cui bisognerà guardare con interesse la sera del prossimo 9 giugno. Anche il dato dell’affluenza avrà un suo peso specifico non trascurabile per decifrare e interpretare correttamente l’esito delle Europee, pure sotto le Due Torri. Diciamocelo: il sentiment, come dicono gli esperti del settore, non è dei migliori. Gli italiani (e i bolognesi) arrivano a questo appuntamento elettorale con ben altri pensieri per la testa e in tanti prevedono un altro trionfo del partito dell’astensione. Sarà così? Per provare a capirlo è interessante andare a vedere i dati del passato.

Dieci anni fa, alle Europee con il Pd pigliatutto a trazione renziana, nel nostro comune andarono a votare il 65,1% degli aventi diritto. Due anni più tardi, al primo turno delle Comunali 2016, la percentuale dei votanti era già scesa al 59,6%, cifra che al ballottaggio si ritrasse ulteriormente al 53,2%. Una prima risalita significativa fu registrata nel 2018 con le Politiche, dove nel collegio del Senato che comprende l’intera città di Bologna si raggiunse il 76% di votanti, cifra subito ridimensionata dalle Europee 2019 (63,3%), a loro volta smentite a stretto giro di posta dalle Regionali del 2020 (69,7%). Poi è arrivata la pandemia, e la partecipazione alle urne è crollata di nuovo: 51,2% per le amministrative del 2021. Infine, le Politiche del 2022 hanno segnato un’altra inversione di tendenza, riportando alle urne il 73% dei bolognesi.

Insomma, chi prevedeva una ‘americanizzazione’ del voto anche in Italia per quanto riguarda l’affluenza, almeno sotto le Due Torri è stato smentito: sicuramente non ci sono più i risultati da 90% e passa di partecipazione, ma gli elettori bolognesi hanno dimostrato un certo attaccamento alle urne, soprattutto quando la posta in gioco è molto alta (Regionali 2020) o la polarizzazione è massima (Politiche 2018 e 2022). Proprio quest’ultimo elemento potrebbe invertire la tendenza – e la lettura – delle prossime Europee: sarà interessante vedere se lo scontro frontale tra Fratelli d’Italia e Pd aiuterà ad alzare la partecipazione oppure se mobiliterà solo i rispettivi bacini elettorali.

Un dato confortante per la salute della democrazia, intanto, c’è già: sono 3.500 (e destinati a salire) gli studenti fuorisede che per la prima volta potranno votare qui sotto le Due Torri. Un segnale che la partita della partecipazione non va a tutti i costi considerata persa in partenza.