VALERIO BARONCINI
Editoriale
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L’urlo della città per un desiderio e per la storia

Gli anniversari aiutano a ricordare, a tenere viva la memoria. Radici su cui cresce il nostro futuro. E in questo caso, dove il ricordo non s’è di certo spento, ci spingono però a migliorare, a migliorarci. A trasformare un sogno, un desiderio in storia. La nostra storia che è anche Storia. Sessant’anni fa, nel 1964, il Bologna Fc vinceva il suo settimo scudetto; oggi, nel 2024, l’obiettivo si chiama Europa. Una dimensione che la città merita e s’è guadagnata con uno sviluppo prima di tutto culturale, educativo, universitario, sanitario e ora anche turistico. Una dimensione già raggiunta dal basket e che anche il calcio può ottenere.

Il Bologna Fc è una società in salute, sì. Equilibrata e concreta, certo. Ma soprattutto con fosforo e idee, come si vede anche dagli arabeschi disegnati da Thiago Motta. Ma il Bologna Fc è soprattutto Bologna. È comunità. È società. Nel ’64, con un pezzo che ormai è leggenda del giornalismo, il nostro Luca Goldoni dipingeva così l’"urlo della città": "Cominciarono i clacson, le bandiere, i cortei, gli abbracci, le lacrime. In dieci minuti nelle strade non ci si muoveva più: mi accorsi quasi con sgomento, che dalla fine della guerra non avevo più visto uno spettacolo così".

Il nostro Luca, che artista. E poi Stefano Biondi, poco più di vent’anni fa, rispondendo a un lettore: "Guidolin e Baggio per ora sono trattative parallele che presto potrebbero convergere. Verso il Bologna da Champions. L’aria che respira il Bologna, come dice lei, è buona, da alta montagna. Ma (ricorda il finale dell’anno scorso?) basta un niente a trasformare in smog metropolitano questo ossigeno purissimo. Quindi, è giusto che il Bologna pensi prima a conquistarsi un posto in Europa, poi ad allestire una squadra da ‘esportazione’". Corsi e ricorsi.

È per questo entusiasmo, per questi sogni, per questo desiderio, ma anche per la forza della nostra storia che oggi appoggiamo l’iniziativa di Ascom-Confcommercio ed Emil Banca. Le vetrine rossoblù sono una delle facce più belle di un romanzo popolare che vi raccontiamo quotidianamente con articoli, reportage, podcast e videointerviste. Con modalità che vi comunicheremo nei prossimi giorni, ospiteremo sul giornale le foto dei negozi ‘più rossoblù’ di città e provincia e daremo la possibilità ai lettori di segnalarci le loro attività del cuore. Lo faremo fino alla fine, perché crediamo nel sogno. Rivogliamo l’urlo della città. L’aria da alta montagna. Sapendo che comunque, fino alla fine, avremo tutti fatto il massimo.