MASSIMO PANDOLFI
Editoriale
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Romagna ballerina

'Romagna capitale, Romagna ballerina' cantava il mitico e compianto Raoul Casadei, poi seguito dal figlio Mirko e ormai da anni da tutta la curva bianconera del Cesena calcio, che ne ha ha fatto una sorta di inno regionale. Quasi da Romagna libera.

C'era una volta chi se ne infischiava del trattino con ‘Emilia’ e reclamava o sognava una terra proprio indipendente, partendo da Rimini, arrivando a Ravenna e passando per Cesena e Forlì. Forti del mare, del turismo, forti della genuina romagnolità, forti di un'identità che ti fa sentire lontano anni luce, se non da Bologna, almeno da Modena o Reggio, di sicuro da Parma o Piacenza, forse dalla stessa Ferrara.

Va detto però che anche la Romagna libera ha sempre avuto i suoi campanili, le sue a volte incazzosissime rivalità. Per decenni, però, una certezza c'è sempre stata: Forlì e Cesena vanno d'amore e d'accordo. Dalla politica allo sport, dall'economia alla cultura, le due città avevano stretto una sorta di implicito patto di santa alleanza. O di non belligeranza.

Avevano, appunto.

Ora, da un po' di tempo, Forlì e Cesena litigano invece su tutto. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l'uscita della Camera di Commercio (guidata da un cesenate, Carlo Battistini) dalla Fiera di Forlì. E il presidente della Fiera ha detto: “Per un domani potremo allearci magari con Rimini. Meglio Rimini che Cesena”.

Uno sberlone.

Cesena è stata promossa da poco co-capoluogo di provincia, che vuol dire pressapoco stare alla pari di Forlì. La Provincia, o ciò che resta delle province, è guidata dal sindaco di Cesena Enzo Lattuca, che è del Pd mentre quello di Forlì, Gian Luca Zattini, è di centrodestra. I due si stimano, ma non possono ovviamente essere pappa e ciccia come erano in passato molti dei loro predecessori. Se poi Cesena chiede anche di avere la nuova Questura al posto di Forlì e magari eliminare una Motorizzazione Civile (e quella di Forlì paga l'affitto, Cesena no) allora apriti cielo.

La santa alleanza si sta sfasciando.

E, incredibile ma vero, ora sta nascendo uno strampalato patto di ferro fra Forlì e Rimini; non solo sulla Fiera, anche sulla pallacanestro. Dovete sapere che, sportivamente parlando, si sono sempre odiate le due città. Ma è successo che, per il prossimo derby, il prefetto ha chiuso le porte del palasport di Forlì ai tifosi di Rimini, ma gli ultras padroni di casa hanno solidarizzato con i 'cugini': “Li vogliamo. Se non entrano loro, non entreremo neppure noi al palasport”. Il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad dice che sta con i tifosi, quello di Forlì lascia la parola all'assessore allo sport Kevin Bravi che fa un po’ il cerchiobottista, però, insomma, ora incredibilmente Forlì e Rimini si fanno l'occhiolino.

Tutte casualità o sta nascendo nuovi equilibri?

Romagna più ballerina che capitale.