Editoriale

Troppi furti, difendiamo gli agricoltori

In questi giorni parlando con mio figlio, che è un agricoltore, ho capito quante preoccupazioni oltre al raccolto hanno costantemente i lavoratori della terra. Sono bersagliati dal cielo per il loro raccolto, dai ladri per le loro attrezzature con grossi danni per l’azienda, oltre alla raccolta selvaggia dei prodotti nei campi con gravi danni per la pianta e il mancato guadagno. Mai e poi mai farei questo lavoro troppi rischi ma la loro solidarietà e tenacia sono la forza che li isola dal menefreghismo di oggi. Allora viva i contadini, il loro mondo. Insieme si aiutano e avanti così.

Corinna Montanari  

Risponde Beppe Boni

No agricoltori, no party. Senza gli agricoltori che lavorano la terra e allevano il bestiame non si mangia. Sono la prima linea che garantisce lo sviluppo della società civile e sono gli imprenditori che più di altri hanno un coefficiente di rischio molto alto legato al clima. Ed è una categoria dove spesso la remunerazione per un prodotto è estremamente più bassa rispetto agli attori della filiera. Chi lavora la terra lo fa in buona parte per passione poiché se uno davvero si basasse solo sulle difficoltà d'impresa fuggirebbe a gambe levate. Alle tante difficoltà che non è possibile qui elencare si aggiunge il flagello dei furti. Nelle campagne ormai rubano di tutto, dalle galline ai trattori, dai frutti sugli alberi alle piccole attrezzature per i lavori nei campi, alla verdura dai magazzini. Un disastro. Il fenomeno è stato recentemente oggetto di un Rapporto sulle agromafie curato da Eurispes, Coldiretti e Osservatorio sulla criminalità in agricoltura e nel campo agroalimentare: ogni anno il bilancio dei furti sulle spalle degli agricoltori è di circa 300 milioni di euro. Non si può mettere un carabiniere o un poliziotto per ogni albero, ma qualche passaggio di controllo a campione nei pressi delle aziende agricole (che devono dotarsi a loro volta di precauzioni e difese) sarebbe opportuno.

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