Elezioni Marche 2020. Acquaroli e Mangialardi, caccia agli indecisi

Il centrodestra vuole la regione: "È l’ora del cambiamento". Il centrosinistra in trincea: "I fondi europei garantiranno lo sviluppo"

Francesco Acquaroli e Maurizio Mangialardi, sfida per diventare Governatore delle Marche

Francesco Acquaroli e Maurizio Mangialardi, sfida per diventare Governatore delle Marche

Ancona, 19 settembre 2020 - Il duello è tra l’uomo di destra, timido e defilato, Francesco Acquaroli, ed il sindaco Pd rockabilly cultore dello Jamboree, Maurizio Mangialardi. I candidati sono otto ma i due favoriti dallo schema centrosinistra - centrodestra chiuderanno a modo loro.

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Francesco Acquaroli, il candidato voluto e sostenuto da Giorgia Meloni, conferma anche nel finale la sua campagna elettorale un po’ defilata. Chiude a casa sua, in piazza Stazione a Porto Potenza Picena, il comune maceratase di cui è stato sindaco prima di candidarsi nell’ordine a Regione, Europee, al Parlamento e ora, cinque anni dopo, di nuovo alla presidenza delle Marche. Sempre con il sostegno di Giorgia Meloni che prima di chiudere la campagna elettorale in Toscana ha voluto affiancare Acquaroli in un incontro con la Coldiretti ad Ancona: "C’è in ballo la possibilità di uno sviluppo diverso per questo territorio, una possibilità di valorizzare le tante potenzialità inespresse di una regione che potrebbe sostenere davvero la sua grande tradizione manifatturiera e quella agricola".

Non ha subìto forti contraccolpi, Acquaroli dall’errore del pranzo per la marcia su Roma: "Passai solo a salutare e non ne sapevo niente. Sfido a trovare una sola mia dichiarazione nostalgica". Nella solitudine del suo paese, Acquaroli investe ancora sul suo ruolo di persona gentile: "Ho sempre sempre celebrato il 25 aprile da sindaco", dice.

D’altra parte nelle Marche il Pd non è riuscito a ripetere l’operazione anti fascista dell’Emilia-Romagna con Sardine e liste di richiamo con "Marche Coraggiose". L’antifascismo spesso evocato ma con poco charme in una regione dal cuore democristiano. Infatti le Marche regione rossa sono una costruzione recentissima, legata alla vittoria di Luca Ceriscioli, il governatore venuto da Pesaro che aveva sorpreso tutti nel periodo del Covid con una gestione addirittura migliore del tanto celebrato Veneto. Il Pd, su spinta dei renziani, era finito nell’operazione di cambiarlo prima della pandemia e nemmeno dopo ci ha ripensato.

Un errore che peserà, tanto che Matteo Salvini ha rimarcato più volte: "Se lo hanno cambiato vuol dire che non ha governato bene".

Mangialardi ha scelto una strada personale prendendo le distanze dal suo predecessore. Il sindaco di Senigallia ha chiuso la sua campagna elettorale a Urbino prima e a Macerata con Zingaretti poi, nella nottata ha finito tutto a Caldarola in area terremotata. "Andate a votare, non perdete un’occasione così imporante per la regione, coi fondi europei possiamo eliminare il gap infrastrutturale", ha ribadito Mangialardi.

I due appaiono distanti, ma non abbastanza per sentirsi al sicuro. Vicini, ma non abbastanza per veder sicuramente concretizzarsi la rimonta. I sentimenti tra centrodestra e centrosinistra sono identici. Servono certezze. Mangialardi punta sul voto utile per convincere lo zoccolo duro Cinquestelle, che ha rifiutato l’alleanza elettorale e punta sul candidato Gian Mario Mercorelli.

Il rischio è una sinistra divisa con diversi candidati: con il Pci Fabio Pasquinelli, e il movimento ‘Dipende da noi’, che candida Roberto Mancini, che vanno diritti per la loro strada. Poi ci sono gli outsiders: Sabrina Banzato, ex cinquestelle di Gabicce, che è candidata governatore di Vox Populi del filosofo Diego Fusaro; Alessandra Contigiani, sovranista di "Riconquistare l’Italia" e infine Anna Rita Iannetti di 3V Libertà di scelta che riporta in prima linea i free vax. D’altra parte nelle Marche tutto è possibile: due anni fa la regione si tinse di giallo con M5s al 35%. Altro che regione rossa.

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Chi sono gli altri candidati Governatore

Sono sei gli altri candidati alla carica di Governatore: Gian Mario Mercorelli (Movimento 5 Stelle); Fabio Pasquinelli (lista Comunista); Sabrina Banzato (Vox Italia); Alessandra Contigiani (Riconquistare l’Italia); Anna Rita Iannetti (Movimento 3V - Libertà di Scelta); Roberto Mancini (Dipende da Noi).

Nelle Marche la legge elettorale è un sistema proporzionale a turno unico: viene eletto governatore il candidato che riesce ad ottenere anche un solo voto in più rispetto agli avversari. Saranno eletti 30 consiglieri più il presidente. Ogni circoscrizione (corrispondenti alle cinque province) eleggerà un numero stabilito di consiglieri in base alla popolazione: Ancona 9, Pesaro 7, Macerata 6, Ascoli 4, Fermo 4. Non è possibile il voto disgiunto. Il nuovo Governatore succederà a Luca Ceriscioli (Pd) che vinse le elezioni del 2015.