Elezioni Marche 2020, i candidati in campo per il dopo Ceriscioli

Mangialardi (Pd) per il centrosinistra, Acquaroli (FdI) per il centrodestra e già candidato nel 2015, Mercorelli per il M5s e Mancini (Dipende da noi)

Luca Ceriscioli

Luca Ceriscioli

Ancona, 28 giugno 2020 - Maurizio Mangialardi (Pd) per il centrosinistra, Francesco Acquaroli (FdI) per il centrodestra e già candidato nel 2015, Gian Mario Mercorelli per il M5s e Roberto Mancini (Dipende da noi) sono i candidati in campo per la presidenza della Regione Marche, dopo che i dem hanno negato al governatore uscente Luca Ceriscioli la possibilità del bis. A loro potrebbe aggiungersi l'ex rettore della Politecnica delle Marche, Sauro Longhi, in un primo momento corteggiato dai 5Stelle, che non ha ancora scelto se impegnarsi in prima persona con il movimento che ha fondato, "Le Marche ideali" o fare un passo indietro rispetto all'annuncio di inizio d'anno.

Lo speciale Tutto sulle elezioni regionali delle Marche

Non è ancora definita, infine, la posizione del Movimento Civico, che ha aperte tre opzioni: presentarsi con un proprio candidato presidente, aderire alla coalizione di centrosinistra o a quella del centrodestra, "ma solo a patto - ha spiegato il fondatore Paolo Mattei - che ci sia un'intesa chiara sui programmi". Centrosinistra e centrodestra hanno faticato a trovare l'accordo sul leader della coalizione.

Sondaggi, nelle Marche previsto un esito 'storico'

Maurizio Mangialardi, 55 anni, sindaco di Senigallia (Ancona) e attuale presidente dell'Anci, ha dovuto innanzitutto mettere d'accordo i vertici del suo partito, spaccato tra la riconferma di Ceriscioli e un nome nuovo, e poi comporre l'alleanza con Italia Viva, + Europa, Articolo 1, Verdi, Partito socialista italiano, Civici uniti per le Marche, Demos, Lista Centro, Azione e Le nostre Marche-Italia in Comune.

Sul nome di Francesco Acquaroli, 46 anni, deputato, l'intesa è arrivata solo questa settimana: Giorgia Meloni ha convinto gli alleati Matteo Salvini e Silvio Berlusconi e sul nome dell'ex consigliere regionale ed ex sindaco di Potenza Picena convergerà anche l'Udc.

Più facile il processo di selezione degli altri due candidati alla presidenza della Regione Marche: Gian Mario Mercorelli si è guadagnato la leadership sulla piattaforma Rousseau, 47 anni, consigliere comunale a Tolentino (Macerata), l'ha spuntata al ballottaggio contro Andrea Quattrini.

Quasi naturale, infine, la candidatura di Roberto Mancini, 62 anni, docente di filosofia all'università di Macerata, nata dentro un movimento che rappresenta un pezzo della società civile.

Marche 'rosse' da 50 anni

Dal 1970, con Giuseppe Serrini (Dc) al 2020, con Luca Ceriscioli (Pd), la maggioranza che ha guidato la Regione Marche è sempre stata solidamente nelle mani del centrosinistra; 10 legislature consecutive, le ultime 5 con tre presidenti espressione del Partito democratico: Vito D'Ambrosio per 2 mandati, come Gian Mario Spacca e 1 solo per Luca Ceriscioli. Il governatore uscente, nel 2015, ottenne il 41,07% delle preferenze, staccando Giovanni Maggi (M5s al 21,78%) e Francesco Acquaroli (Fdi al 18,98). Dal 2015, però, molte cose sono successe: il terremoto del 2016 e 2017, il fallimento di Banca Marche, il Covid-19 sono crisi che hanno appesantito l'economia regionale e frenato la capacità di spesa delle famiglie, argomenti che saranno al centro della campagna elettorale e avranno un peso sull'esito del voto. Le politiche del 2018 hanno premiato i Pentastellati (35,55%) e la coalizione di centrodestra (al 33,01%, con la Lega al 17,27%) a scapito del centrosinistra (al 24,25%, con il Pd al 21,31%), ma gli ultimi sondaggi descrivono una situazione di massimo equilibrio tra le due coalizioni maggiori.