Elezioni Marche 2020, Ceriscioli. "Ecco perché passo il testimone a Mangialardi"

Il governatore Ceriscioli e la sua scelta definitiva sulla candidatura a presidente della Regione: "Il più adatto a essere il sindaco delle Marche"

Maurizio Mangialardi, candidato del centrosinistra, col governatore Ceriscioli

Maurizio Mangialardi, candidato del centrosinistra, col governatore Ceriscioli

Pesaro, 2 giugno 2020 - Dopo gli ultimi appelli dei compagni di viaggio della giunta regionale, Luca Ceriscioli ha voluto esprimere pubblicamente la sua scelta definitiva sulla candidatura a presidente della Regione.

Leggi anche Elezioni, Ceriscioli rilancia: "Sono a disposizione" Presidente, cosa è cambiato dopo la battaglia con l’epidemia? "Ho detto più volte in questi ultimi mesi che la scelta del candidato del Pd era stata fatta e che Maurizio Mangialardi (sindaco di Senigallia e presidente Anci Marche), oggi come allora, era il personaggio più adatto ad essere il sindaco delle Marche". Lei non ha dunque cambiato idea? "E perché mai? Quella scelta fatta a febbraio ha consentito al sottoscritto di affrontare una prova pesante con la testa concentrata e senza alcun condizionamento". Quindi tra Ceriscioli e Mangialardi c’è continuità? "Io credo che ci sarà. E’ nelle cose. La Regione è reduce da risultati positivi prima del covid ed anche attraverso l’epidemia. Mangialardi sarà il personaggio più adatto per costruire una nuova fase molto importante per le Marche". Perché? "Perchè è stato scelto per le sue capacità, non frutto di mediazioni politiche o addirittura partitiche. E se è un primo cittadino che è stato eletto presidente dei sindaci marchigiani lo è stato soprattutto per le sue qualità". Quindi la fase degli appelli e dei possibili ripensamenti è finita? "Io avevo già detto che non ci sarebbero stati appelli politici da cogliere. Ringrazio tutti coloro che dopo aver lavorato con me in questi cinque anni, hanno voluto sostenere un mio ritorno. Ma non è una cosa praticabile. Ringrazio per l’invito di amici ed assessori, lo considero un attestato di stima".

Leggi anche Lamorgese: "Voto a settembre" Eppure lei è indicato tra i presidenti di regione più apprezzati in Italia. "Ringrazio anche i cittadini che pensano bene di me. Ne ho incontrati tanti in questi giorni. Io sono un uomo legato alle istituzioni ma ho ben chiaro quello che devo fare e perché farlo. I risultati positivi dei mesi dell’epidemia sono a disposizione di Maurizio Mangialardi, che saprà utilizzarli nel migliore dei modi. D’altra parte con Maurizio c’è un rapporto di amicizia e stima che rappresenta anche una coesione politica importante". Qual è la cosa più importante? "Dare un forte segnale dopo quello che è accaduto. L’essere capace di rinunciare, di lasciare il posto, è un aspetto fondamentale di rispetto delle istituzioni. Ma anche del rispetto di un’alleanza che si è costruita anche su un nome nuovo, seppure con esperienza, come quello di Mangialardi". Per fare cosa? "Ripartire, impegnandoci tutti sul rilancio economico. Dobbiamo chiedere ed ottenere la fiducia degli elettori. A cominciare dai nostri per proseguire anche con quelli degli altri. Chi ha capito quello che è stato fatto negli ultimi quattro mesi, deve convincersi che proseguiremo come alleanza anche nei mesi a venire". Trasferisce il suo patrimonio finale, la sua eredità politica, a Mangialardi? "Ovviamente sì, troverà uno staff nella Regione che ha lavorato tantissimo, ma soprattutto ha lavorato bene. Se ne sono accorti anche i cittadini marchigiani. Come testimonia l’affetto per il presidente uscente. Come ci raccontano i sondaggi che stiamo effettuando". Le piace il ruolo di king makers? "Mi piace tenere fede alla parola data, alle scelte delle forze politiche. Maurizio ha tutte le carte in regola per far tesoro del patrimonio di esperienze finora consolidate. E per far vincere la nostra coalizione anche con nuovi contributi. Per questo lo sostengo e lo sosterremo tutti con convinzione".