Capitreno Emilia Romagna, insulti e botte: arrivano body-cam e guardie giurate

Aggressioni quasi quadruplicate rispetto al 2019. Modenese finito all’ospedale due volte in 30 giorni

Modena, 29 luglio 2022 - Lo chiameremo Mario. Ha una quarantina d’anni, vive nel Modenese e nel giro di qualche settimana è finito due volte al Pronto Soccorso. Incidenti sul lavoro, diciamo così.

Il grafico delle aggressioni ai capitreno
Il grafico delle aggressioni ai capitreno

Mario fa il capotreno. In aprile, lo hanno picchiato tre ragazzini (due sono minorenni) perché lui ‘osava’ chieder loro il biglietto. Potevano essere suoi figli. Un mese dopo la scena si è ripetuta: "Indossa la mascherina" l’invito a un ragazzo di 21 enne. Per tutta risposta Mario si è preso una marea di calci e pugni.

Chiede di indossare la mascherina, capotreno preso a calci e pugni in stazione a Modena - 

I treni , spesso e volentieri terra di nessuno, racontano nei dolori del dopo Covid una nuova emergenza: le aggressioni, gli insulti, a volte le botte che si prendono queste signore e questi signori che in fondo stanno semplicemente svolgendo il proprio lavoro. Controllano biglietti, verificano che i passeggeri indossino la mascherina perchè, giusta o sbagliata che sia, la legge prevede questo obbligo. In molti casi le mascherine non vengono indossate e succede anche che i capitreno lascino perdere. Cosa vai a dire tu, quasi sempre solo e soletto, a venti ragazzotti magari un po’ ubriachi che alle dieci di sera fanno il diavolo a quattro nelle carrozze? Puoi chiamare i carabinieri, certo, ma nel frattempo?

La lista è infinita: c’è il capotreno picchiato due volte in un mese; un altro semi massacrato con un machete, un altro ancora preso a cinghiate. La paura non corre nei binari dell’Alta velocità, ma in primis nei regionali.

Prendiamo l’Emilia Romagna. Guardate i dati della pagina a fianco: le aggressioni sono praticamente quadruplicate dal 2019 a oggi. Erano 18, sono diventate 62 nel 2021 e già 35 nel primo trimestre 2022. Parliamo solo di corse locali. Nell’80% dei casi i capitreno sono finiti all’ospedale. E pensare che Trenitalia-Tper, società che gestisce questi viaggi regionali, con puntate anche verso Lombardia, Liguria, Piemonte e Marche, ha investito una marea di soldi (700milioni di euro) per avere 88 treni all’avanguardia, dopo che anni fa questi treni si rompevano in continuazione. O non funzionava l’aria condizionata. O erano chiuse le toilette.

Ora il problema è un altro: le aggressioni ai capitreno (quasi sempre per i biglietti e le mascherine). E i capitreno, più di 400, sono stremati e stressati, appena possono chiedono di essere trasferiti in ufficio: in carrozza fanno turni particolari, sono costretti spesso a dormire fuori casa e lo stipendio è quello che è, 1500 euro al mese i nuovi, 2mila euro per gli anziani. Un 10% ha subito aggressioni.

La grande paura di questi mesi ha partorito anche scioperi e polemiche. Un passo avanti è stato fatto l’altro giorno quando i sindacati (Cgil, Cisl, Uil e Orsa) si sono incontrati con l’azienda. "È un problema di ordine pubblico – dice Alessandro Tullio, ad di Trenitalia Tper – ma pur consapevoli di ciò abbiamo intrapreso una serie di azioni per la tutela del nostro personale". Oltre ad aumentare il numero dei capitreno e degli asssitenti, praticamente da subito, si punta a lanciare per il dopo estate le iniziative body-cam e guardie giurate. Copiando Lazio e Veneto, i capitreno avranno la facoltà (ma non l’obbligo) di indossare telecamere e in più si pensa di arruolare bodyguard a bordo, almeno nelle linee ritenute più pericolose. Rigorosamente non armati.