Medici no vax Romagna, l'ultimatum: "Tra 5 giorni niente stipendi"

Il direttore sanitario dell’Ausl, Mattia Altini: "Chi non si adegua verrà sospeso dal lavoro e rimarrà senza stipendio"

Mattia Altini ha fatto il punto della situazione durante una visita all’ospedale Bufalini

Mattia Altini ha fatto il punto della situazione durante una visita all’ospedale Bufalini

Forlì, 3 luglio 2021 - "Chi sceglie di intraprendere una professione in ambito sanitario si mette a disposizione della comunità impegnandosi a fare il massimo per proteggerla. Per questo ritengo che chi tra la nostra categoria rinuncia per scelta ideologica a farsi vaccinare, veste male la casacca che indossa. Sono consapevole che per la legge dei numeri una piccola fetta ‘fisiologica’ di chi continuerà ad opporsi è destinata a restare: sarà anche comprensibile, ma resta comunque inaccettabile".

Bollettino Covid Italia ed Emilia Romagna del 3 luglioMedici no vax: ricorso anche contro l’Ausl Romagna

Sono le ferme parole con le quali il direttore sanitario dell’Ausl Romagna Mattia Altini illustra quanto sta accadendo in queste ore all’interno dell’azienda sanitaria, in concomitanza con l’avvio delle prime disposizioni destinate a sfociare nella sospensione degli emolumenti a chi continuerà a rifiutarsi di sottoporsi senza ragioni acclarate all’inoculazione del siero anti covid. Ci sono anche già i primi ricorsi, presentati al Tar dell’Emilia-Romagna da un avvocato di Genova in rappresentanza di 150 dipendenti della Ausl da Modena fino alla Romagna. Ma Altini, ieri in visita all’ospedale Bufalini di Cesena, ha tirato dritto.

«In tutta la Romagna contiamo circa 17mila operatori sanitari e di questi oltre il 90% è già vaccinato. Il numero sta fortunatamente ancora progressivamente aumentando, perché a partire dalla seconda metà di giugno abbiamo inviato 3.700 raccomandate dall’elenco fornito dalla Regione che comprende nostri dipendenti, iscritti agli ordini delle professioni sanitarie e soggetti con attività di interesse sanitario, come assistenti alla poltrona, operatori socio-sanitari eccetera, che ancora non ci risultavano ‘in regola’. Di quei 3.700, abbiamo verificato che circa il 30%, ben 1200 persone, anche prima di ricevere la raccomandata avevano provveduto già a vaccinarsi o a prenotare la vaccinazione. Nella parte restante, tanti hanno mandato motivazioni: per esempio perché c’è una gravidanza in corso, oppure perché avevano contratto il virus e dunque sono autorizzati al differimento. Oppure hanno mandato autocertificazioni nelle quali si attesta di non svolgere più l’attività sanitaria. Questi documenti sono già stati in parte verificati e archiviati e in queste ore i controlli stanno proseguendo. Dunque a oggi abbiamo spedito la seconda raccomandata a cento professionisti che invitiamo alla vaccinazione entro 5 giorni dal ricevimento. Questi soggetti possono presentarsi direttamente agli hub vaccinali provinciali senza prenotazione ma esibendo la lettera ricevuta dall’Ausl". Chi non dovesse ottemperare alla richiesta andrà incontro alla sospensione dello stipendio.

La campagna vaccinale va avanti anche per i 60enni che ancora non hanno aderito: da qui in poi potranno immunizzarsi con una sola dose di Johnson & Johnson (per il quale non è previsto, infatti, il richiamo). Ciò varrà sia nella speciale ‘open night’ dalle 19.30 di venerdì 9 luglio sia negli appuntamenti tradizionali. Per chi invece ha già fatto una dose non cambia nulla.