Fano, senza il digestore un salasso sulle tariffe

Queste le conseguenze che secondo amministrazione e Aset si produrrebbero lasciando l’impianto nelle mani di Marche Multiservizi. Ma è polemica

Parte del numeroso pubblico presente mercoledì sera all’incontro

Parte del numeroso pubblico presente mercoledì sera all’incontro

Fano, 22 novembre 2019 - «Senza il digestore anaerobico Aset è morta, quell’impianto è l’assicurazione sulla vita della nostra azienda pubblica per i prossimi anni». Così l’assessore all’Ambiente Samuele Mascarin, mercoledì sera, nell’incontro promosso dalle commissioni consiliari Ambiente e Bilancio, ha spiegato perché sarebbe un errore rinunciare al digestore, l’impianto provinciale, da 60mila tonnellate per lo smaltimento dell’organico (scarti di cucina e sfalci). Secondo Mascarin lasciare il digestore nelle mani di Marche Multiservizi, che lo realizzerebbe da sola in uno dei Comuni da lei serviti, significherebbe accettare le sue condizioni, a iniziare dalle tariffe di conferimento.

Tariffe che, come ha spiegato il presidente Paolo Reginelli, sono in vertiginoso aumento: «L’incremento è stato del 30%. Il conferimento dell’organico fuori regione ci costa 1 milione 800mila euro». Questo perché gli impianti sono tutti concentrati nel nord Italia, non ce n’è nessuno tra Marche, Lazio e Abruzzo e diventa sempre più difficile individuare un sito di destinazione. Con inevitabili conseguenze anche sui costi a carico degli utenti. Sul luogo dove realizzare l’impianto, sempre Mascarin, ha sottolineato che «la scelta non può essere solo fanese, ma va condivisa con tutti gli altri comuni che fanno parte dell’azienda».

Affermazione subito contestata dalla consigliera M5S Marta Ruggeri: «La scelta spetta a Fano perchè l’impianto si farà nella nostra città». Scelta che, a questo punto, pare restringersi tra Bellocchi e Falcineto, mentre Monteschiantello sembra di fatto escluso: «Per la distanza – ha chiarito il presidente di Aset Paolo Reginelli – dalla rete di distribuzione del gas e per le costose attività che sarebbe necessario effettuare sui terreni collinosi di Monteschiantello». Il direttore dell’azienda Marco Romei ha anche riferito dei contatti con l’Ata rifiuti di Ancona (Assemblea d’ambito territoriale) per un eventuale accordo sul sito di Iesi. Accordo saltato perché Ata di Ancona «ha optato per un impianto provinciale». Su Monteschiantello hanno molto insistito i grillini, ricordando che «ci sono 5 ettari di terreno disponibili». Suggerito anche un «un azionariato popolare per rafforzare l’alleanza con il territorio».

«Con il digestore – ha contestato il consigliere leghista Gianluca Ilari – Fano sarà’ per sempre la città’ dei rifiuti e se l’investimento dovesse andare male avremmo trasferito Aset nelle mani di Marche Multiservizi», mentre il collega Luca Serfilippi ha contestato ad Aset di «avere conferito a Nomisma l’incarico per il progetto di fattibilità senza il mandato del consiglio comunale». Il modello a cui si ispirerà il digestore anaerobico di Fano è quello di Faedo in Trentino, visitato di recente, proprio su iniziativa di Aset, dagli amministratori dei comuni soci dell’azienda fanese. «Tra i migliori impianti d’Europa – è stato spiegato – inodore, con un livello di igienizzazione spinta, a 65 gradi, e semidry. L’impianto di Fano produrrà biometano per il trasporto (su gomma e navale) anidride carbonica (per uso ospedaliero) e il prodotto finale sarà un compost certificato molto apprezzato dagli agricoltori».