Naufragio Fano, due marinai salvi dopo tre ore a nuoto. Mistero sul terzo

Secondo un testimone, a bordo ci sarebbe stata anche un’altra persona. Scafo al setaccio e inchiesta

Motovedette della Guardia Costiera

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Fano, 2 ottobre 2019 - Verrà recuperato oggi il peschereggio croato naufragato venerdì scorso a 200 metri dalla spiaggia di Torrette di Fano. Le operazioni di sollevamento verranno fatte da una draga a spese dell’armatore croato, padre di uno dei due naufraghi. Ma c’è un mistero. Secondo la testimonianza di un pescatore che aveva incrociato il peschereccio croato a 40 miglia da Fano, a bordo c’erano tre persone, probabilmente una donna dai capelli lunghi, e non solo i due ragazzi poi arrivati a nuoto in spiaggia. Proprio per trovare conferma oppure no a questa testimonianza, i due giovani naufraghi di 29 e 27 anni sono stati interrogati a lungo l’altro ieri in capitaneria di porto assistiti da un legale. I ragazzi hanno escluso che a bordo ci fosse una terza persona. Hanno affermato (c’era un interprete durante l’interrogatorio) che se ci fosse stata una donna o comunque qualcun altro sarebbe arrivato a nuoto come loro in spiaggia altrimenti sarebbe morto annegato. Eppure la spiegazione non è apparsa convincente.

I due giovani sono accusati di naufragio colposo. Gli inquirenti non sono convinti che i due giovani stessero dormendo sotto coperta così come raccontato dopo aver inserito il pilota automatico. Probabilmente uno dei due era al timone e si è addormentato. Ma il vero mistero è perché si trovassero lì e per quale motivo. A queste domande hanno risposto subito dicendo che erano a pesca ma che il pilota automatico, durante la notte, li ha portati fuori rotta fino ad andare a schiantarsi contro gli scogli di Torrette dove loro non avevano nessun motivo di arrivare. Tra l’altro il pescheccio, di 14 metri di lunghezza, non era adatto per una traversata dell’Adriatico in notturna.  

Gli inquirenti non escludono che l’imbarcazione, una volta sollevata dal fondale e trainata a terra, possa essere posta sotto sequestro per consentire agli inquirenti di verificare il contenuto. Il sospetto che potesse esserci nascosta della droga è al momento la pista investigativa principale. Che potrebbe rivelarsi però infondata. Difficile infatti che possa essere rimasta della presunta droga nell’imbarcazione colata a picco. Per saperlo però va verificata in ogni sua parte e per questo appare certo il sequestro per la durata dei controlli. Tra le ipotesi investigative, che prende spunto dalla testimonianza del pescatore che ha incrociato la barca a 40 miglia, c’è anche quella immigrazione clandestina ma non è stata contestata formalmente ai due ragazzi croati.  

Esclusi con certezza invece sversamenti in mare di carburante o di altro inquinante fuoruscito dalla barca mentre colava a picco». Il nucleo subacqueo della Guardia Costiera da San Benedetto del Tronto hanno già effettuato una prima ispezione del relitto per la durata di circa 3 ore. ro. da.