Analizzando il risultato elettorale dei tre candidati sindaci, risulta che chi ha ottenuto il maggior numero di preferenze personali è stato Gionata Calcinari con ben 340 voti in più rispetto a quelli delle 4 liste della coalizione (1960, per un totale di 2300); segue Alessio Pignotti con 269 voti in più rispetto ai 2664 delle 5 liste (2933 il totale), mentre Fabiano Alessandrini ha ottenuto appena 13 voti in più rispetto alle sue 6 liste (2286, per 2299 voti totali). Il sindaco uscente, Alessio Terrenzi (lista Essere Sem) ha capitalizzato al massimo l’operato e i risultati della sua giunta, venendo ripagato con 423 voti che ne fanno il più votato, anche se è stato minimo l’appeal riscosso a Casette d’Ete (appena 30 voti in 3 sezioni). Lo segue a ruota, con 203 voti, Roberto Gallucci, capogruppo consiliare del Pd, premiato soprattutto nei seggi di Luce e Cretarola. Subito dietro, con 201 voti, Paolo Maurizi, consigliere uscente (ex Partecipazione Democratica, ora Essere Sem) ma, anche per lui, le frazioni sono state parche di voti (37 voti in 7 sezioni esterne al capoluogo). Buona affermazione per Roberto Greci (Fi, ora Forza Sem, pro Pignotti) con 196 preferenze; a seguire l’ex vicesindaco, Mirco Romanelli (Pd) con 175 voti, mentre l’assessore Gioia Corvaro (Pd) si è fermata a 110 preferenze.
In FdI, un buon risultato l’ha ottenuto il coordinatore locale del partito, Massimo Meconi: 151 preferenze per lui. Scarse le performance di Andrea Rossi (capogruppo ex Partecipazione Democratica, ora confluito in Continuità e Progresso pro Alessandrini) con appena 48 voti; non è andata meglio all’ex assessore Matteo Verdecchia (altro ex Partecipazione democratica, ora Essere Sem pro Pignotti) con 50 preferenze. Il Pd resta il primo partito nonostante una débâcle: dal 30,1% è piombato al 17,15%; i 1200 voti della scomparsa Partecipazione Democratica sono confluiti in larga parte in Essere Sem (1000) e solo una minima parte residuale (191 voti) è andata a Continuità e Progresso. Fi, sotto le mentite spoglie di Forza Sem passa dal 6,6% all’11%; cresce anche FdI che dal 2,7% passa al 14%.
Marisa Colibazzi