ROBERTO CRUCIANI
Cronaca

Michele Fedrizzi: esperienza vincente a Dubai con Al Nasr e ritorno alla Yuasa

Michele Fedrizzi racconta la sua esperienza a Dubai con Al Nasr, culminata con la vittoria dell'Emirates Cup, e il ritorno alla Yuasa.

Tra le conferme della Yuasa Battery per la prossima stagione, la prima ad arrivare è stata quella di Michele Fedrizzi

Tra le conferme della Yuasa Battery per la prossima stagione, la prima ad arrivare è stata quella di Michele Fedrizzi

Tra le conferme della Yuasa Battery per la prossima stagione, la prima ad arrivare è stata quella di Michele Fedrizzi. Era il 23 marzo scorso e in conferenza stampa veniva annunciato il rinnovo di Fedrizzi ma anche la sua immediata partenza alla volta di Dubai per giocare la fase finale del campionato degli Emirati Arabi con la maglia dell’Al Nasr. Galeotto fu in quell’occasione il Torneo Internazionale giocato dalla Yuasa proprio a Dubai e chiuso al secondo posto. Arrivata immediata la proposta del club arabo e la Yuasa acconsentì. Un’esperienza durata quasi due mesi e chiusa anche con un trofeo vinto.

"Una realtà certo profondamente diversa dalla nostra – racconta – in cui è necessario adattarsi giustamente nel loro modo di vivere e intendere lo sport. Prima abbiamo disputato i playoff: in finale siamo stati battuti per 2-0. In quella fase la società ha optato per il cambio di allenatore e non è stato semplice adeguarsi per preparare l’imminente Supercoppa, un torneo che infatti è andato male. Poi però ci siamo rifatti con l’Emirates Cup, la seconda competizione più importante dopo i playoff: qui ho potuto alzare il trofeo. E la squadra per l’occasione è stata ricevuta nel Palazzo presidenziale il sabato successivo alla vittoria, peccato io fossi ripartito 24 ore prima e non sia riuscito a vivere quell’esperienza da favola".

Allenamenti ben diversi dal concetto europeo come del resto la vita fuori dallo sport. "Una seduta atletico-tecnica al giorno seguendo anche le loro tradizioni: durante il Ramadam ci si allenava anche in tarda serata, aspettavano il tramonto per permettere loro di non essere digiuni nello scendere in campo. Personalmente oltre all’allenamento tecnico con la squadra, al mattino andavo in palestra per tenere la condizione fisica. Dovevo soprattutto farmi trovare pronto per la Superlega e la Yuasa, anche evitando situazioni eventuali legate ad infortuni. In campo ho vissuto in maniera professionale ma poi ho avuto anche modo di fare il turista perché l’occasione era indubbiamente imperdibile nonostante un caldo incredibile, stabilmente sopra i quaranta gradi. Guai ad uscire nelle ore calde della giornata anche se poi Dubai è bellissima e c’è tutto quello che si può pensare o sognare. Tornare in futuro? Difficile pensare di andare a giocarci stagione intere, sarebbe poi difficile riprendere il ritmo europeo e italiano. Ma una parentesi di qualche settimana o qualche mese merita di essere fatta per quello che lascia anche dal punto di vista umano".