I fermani tra i meno omofobi in Italia

Dati Istat: il 73% della popolazione è in disaccordo con chi non assume una persona soltanto perché è omosessuale

L’unione civile fra una coppia di uomini (Foto d’archivio)

L’unione civile fra una coppia di uomini (Foto d’archivio)

Fermo, 3 dicembre 2019 - La realtà negativa è che gli omosessuali, in particolare i transessuali, sono ancora discriminati. Quella positiva è che gli abitanti della provincia di Fermo sono tra i meno omofobi dei vari territori nazionali. La maggior parte della gente condanna fermamente la discriminazione, anche se qualcosa da rivedere ancora c’è: in molti non accettano un insegnante o un medico con una sessualità diversa. Queste sono solo alcune delle realtà contraddittorie che emergono dai più recenti studi Istat nel Fermano. Il 61,3% dei cittadini tra i 18 e i 74 anni, infatti, ritiene che gli omosessuali sono molto o abbastanza discriminati, l’80,3% che lo sono i transessuali.  

Generalizzata appare la condanna di comportamenti discriminatori: il 73% è in totale disaccordo con il fatto che non si assuma una persona perché omosessuale o non si affitti un appartamento per lo stesso motivo. D’altra parte, che persone omosessuali rivestano alcuni ruoli crea problemi a una parte della popolazione: per il 41,4% non è accettabile un insegnante di scuola elementare omosessuale, per il 28,1% un medico, per il 24,8% un politico. Il 74,8% della popolazione non è d’accordo con l’affermazione «l’omosessualità è una malattia», il 73% con «l’omosessualità è immorale», il 74,8% con «l’omosessualità è una minaccia per la famiglia». Al contrario, Il 65,8% è d’accordo con l’affermazione «si può amare una persona dell’altro sesso oppure una dello stesso sesso: l’importante è amare». La maggioranza dei rispondenti ritiene accettabile che un uomo abbia una relazione affettiva e sessuale con un altro uomo (59,1%) o che una donna abbia una relazione affettiva e sessuale con un’altra donna (59,5%). Tuttavia, il 55,9% si dichiara d’accordo con l’affermazione «se gli omosessuali fossero più discreti sarebbero meglio accettati», mentre per il 29,7% «la cosa migliore per un omosessuale è non dire agli altri di esserlo».  

La maggioranza dei rispondenti (62,8%) è d’accordo con l’affermazione «è giusto che una coppia di omosessuali che convive possa avere per legge gli stessi diritti di una coppia sposata». Il 43,9% con l’affermazione «è giusto che una coppia omosessuale si sposi se lo desidera». Maggiore è la contrarietà nei confronti dell’adozione dei figli (solo circa il 20% è molto o abbastanza d’accordo con la possibilità di adottare un bambino). In generale nella provincia di Fermo, però, si ha ancora difficoltà a dichiarare la propria omosessualità. Solo il 2% si è dichiarato omosessuale o bisessuale, più tra gli uomini e i giovani. Il 4% circa ha dichiarato di aver sperimentato nella propria vita l’innamoramento o i rapporti sessuali o l’attrazione sessuale per persone dello stesso sesso. Forti difficoltà emergono per gli omosessuali/bisessuali a dichiararsi in famiglia: soltanto il 20% dei genitori sa che i loro figli vivono una tale condizione. Il dato è più alto per i fratelli (45,9%), i colleghi (55,7%) e soprattutto gli amici (77,4%).

La donna omosessuale tra i 18 e 35 anni cambia partner di media ogni sei mesi, contro il cambio di partner ogni due anni dell’eterosessuale. L’omosessuale maschio abitualmente ha relazioni più lunghe e il cambio di partner avviene mediamente ogni quattro anni. Si tratta di dati calcolati sulle medie: la statistica si alza o si abbassa in base ai rapporti occasionali o a quelli più duraturi. Nel tradimento al numero uno resta l’eterosessuale. Al primo posto gli uomini con il 61% che almeno una volta hanno tradito la partner. Al secondo posto le donne con il 43% e al terzo la donna omosessuale con il 29%. Fanalino di coda, e dunque il più fedele, l’omosessuale maschio con il 18%.