Zes e credito d’imposta, i timori degli artigiani

Gli artigiani del distretto calzaturiero Fermano si preparano a partecipare al Micam di settembre, consapevoli della complessità del contesto lavorativo. La Cna rileva un saldo negativo di 198 imprese nella filiera fermana, con costi alti di energia e materie prime. Le istituzioni sostengono l'innovazione e lo sviluppo delle imprese.

Gli artigiani del distretto calzaturiero Fermano si preparano ad affrontare il Micam di settembre consapevoli della complessità del contesto lavorativo, ma potendo contare ancora una volta, sulla qualità del prodotto, la solidità della propria storia imprenditoriale e l’eccezionalità della filiera. "Incombono sul settore le problematiche purtroppo ben note – commenta il presidente di Cna Federmoda Fermo, Paolo Mattiozzi – a cui aggiungere la mancata assegnazione della Zes e la dibattuta questione del credito d’imposta sull’innovazione. Ecco che partecipare alla fiera diventa un impegno gravoso al quale in tanti non riescono a far fronte". Seppur la fiera resti un’opportunità, cresce il numero delle aziende che sceglie modalità di vendita differenti: "La sopravvivenza delle piccole imprese – conclude Mattiozzi – spesso è legata alla produzione per i grandi brand, a scapito del marchio proprio. Chi lo porta ancora avanti poi lo commercializza tramite altri strumenti, soprattutto digitali. In più, c’è lo scoglio della manodopera specializzata: oggi non solo non riusciamo a trovare candidati da formare, ma facciamo fatica anche a mantenere i lavoratori in organico, attratti da proposte ritenute più vantaggiose".

A ribadire il concetto, il responsabile Cna Federmoda Marche Alessandro Migliore. "I più piccoli – dice – non hanno la forza di dare stipendi più alti o aggiungere agevolazioni a livello di welfare aziendale, come potrebbero fare le aziende di dimensioni più grandi". La Cna specifica che, alla fine del primo semestre 2023 la filiera calzaturiera del Fermano contemplava 2.039 imprese attive, contro le 2.237 dell’anno precedente, con un saldo negativo di 198 imprese. "Costi alti di energia e materie prime, insieme al cuneo fiscale insostenibile stanno scoraggiando i piccoli imprenditori artigiani a proseguire la loro attività – riferisce il direttore Cna Fermo Andrea Caranfa – tanto che nella filiera fermana è scomparso l’8,9% delle aziende solo tra giugno 2022 e lo stesso mese del 2023. La nota positiva è che l’export continua a tenere bene". Su questo aspetto Caranfa ricorda che Regione, Camera di commercio delle Marche, Svem e Atim hanno investito ingenti risorse per il sostegno all’innovazione e allo sviluppo delle imprese.

"Ci sono bandi tuttora aperti che le aziende debbono sfruttare per restare competitive sul mercato mondiale – aggiunge e conclude – resta aperta la questione della restituzione del credito d’imposta per la quale chiediamo al Governo di non rischiare di rendere vani gli sforzi fatti sul territorio anche dalle istituzioni, sempre al fianco degli imprenditori".