Pasticcio Bolkestein, incertezza tra i balneari: "Con quale criterio investire ancora?"

A Porto Sant’Elpidio, come a Fermo e Porto San Giorgio, è arrivata la possibilità della proroga di un anno: il Governo ha lasciato loro l’onere di decidere. Ma gli operatori: "Che senso hanno solo 12 mesi?"

La spiaggia rinata con le scogliere emerse: i lavori hanno da poco riconsegnato ai balneari due o tre file di ombrelloni, ma la Bolkestein incombe

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Fermo, 31 dicembre 2023 – Sulla direttiva Bolkestein ormai la confusione è massima, la situazione è sempre più ingarbugliata e riuscire a trovare il bandolo della matassa è opera sempre più improba. Tanto per cominciare, dinanzi alla possibilità che viene concessa ai Comuni costieri di emanare la delibera di proroga delle concessioni balneari, sulla base dell’informativa rilasciata dal vicepremier Matteo Salvini, la posizione del Comune di Porto Sant’Elpidio è in linea con i vicini Fermo e Porto San Giorgio: "Ad oggi, la nostra posizione è di non adottare provvedimenti – commenta il sindaco Massimiliano Ciarpella –. Già in passato è stata approvata l’estensione delle concessioni balneari fino al 2033, quindi non riteniamo di dover approvare ulteriori atti".

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Ciarpella fa sapere che, "in queste settimane, abbiamo partecipato a diversi tavoli in Regione con i Comuni costieri marchigiani, c’è un dialogo frequente con gli altri sindaci al fine di monitorare la vicenda della direttiva Bolkestein e procedere con una linea d’azione condivisa".

Nel caso di Porto Sant’Elpidio questa persistente e alienante situazione di incertezza e confusione assume contorni paradossali per i balneari che, grazie alle scogliere emerse, sono tornati a rivedere lembi di spiaggia su cui poter finalmente piantare ombrelloni e svolgere quell’attività legata alla balneazione che finora è stata loro negata e, per di più, hanno già versato l’anticipo dei diritti delle concessioni fino al 2033.

Così, tenendo conto che la Cassazione ha bocciato l’ipotesi dell’estensione al 2033 (anche se la questione è stata rinviata di nuovo al Consiglio di Stato) se si chiede direttamente agli operatori balneari, ad esempio, a Stefano Alessandrini, titolare di Trattoria 37 (sul lungomare Faleria), ‘come si lavora ancora in queste condizioni?’, la risposta è: "Il mio è un caso emblematico. Entro la scorsa settimana dovevo decidere, avendo la possibilità per la prossima estate di poter avere due, tre file di ombrelloni, se investire qualche decina di migliaia di euro per acquistare attrezzature, rifare servizi igienici e quant’altro possa servire per una corretta fruizione della rinata spiaggia. Ma con quale criterio io vado a fare questi investimenti? Con quali prospettive? Se sarà per un solo anno, so già che si tratterà di un investimento perso in partenza. Che dire? Penso che non ce lo faranno ricordare di godercela un po’ questa spiaggia".