Fascino del lusso, crescono le esportazioni di scarpe trainate da Fendi, Tod’s e Prada: al Micam i dati incoronano Fermo

Dalla nostra provincia parte metà dell’export marchigiano, la parola agli imprenditori che vedono segnali di ripresa del settore nonostante le guerre

Fermo, 20 febbraio 2024 – Lieve incremento delle esportazioni di calzature Made in Marche. Secondo i dati diffusi ieri in occasione del Micam e aggiornati al terzo trimestre del 2023 l’ammontare dell’export regionali è stato di 1.086,72 milioni di euro, + 4,3% rispetto all’anno precedente. La provincia che ha fatto registrare la performance migliore è Fermo: 551,81 milioni di euro contro i 518,16 milioni dell’anno prima (+6,5%).

Giampiero Melchiorri, Marino Fabiani e Paolo Silenzi
Giampiero Melchiorri, Marino Fabiani e Paolo Silenzi

Le esportazioni fermane rappresentano oltre la metà di quelle registrate nella regione (50,8%). A Macerata le vendite oltreconfine hanno fatto registrare un ammontare complessivo pari a 347,57 milioni di euro (+7,5%). Ad Ascoli 162,98 milioni di euro con una flessione del 5,0%. In provincia di Ancona -24,7% mentre a Pesaro l’incremento è stato pari a +14,7. La Germania rimane comunque il migliori cliente, al secondo posto c’è la Francia. Ripartono le esportazioni in Russia (+ 44,9%). Export sempre più condizionato dalle performance dei palyers del lusso come ad esempio Tod’s, Prada, Fendi. Le tante piccole e piccolissime aziende in questa fase congiunturale faticano non poco a vendere.

Le guerre condizionano l’andamento del Micam. "Ieri – ha detto Marino Fabiani – il nostro punto vendita di Cherson in Ucraina è stato distrutto dalle bombe. Prima dell’inizio del conflitto i negozi che vendevano le nostre scarpe in Ucraina erano complessivamente sei e tre di questi sono stati distrutti dalle bombe".

Quindi il mercato ucraino è fermo? "Non proprio anche in questa edizione del Micam i compratori ucraini continuano a ordinare le nostre calzature. Ovviamente i volumi si sono fortemente ridimensionati, ma malgrado la guerra gli ucraini continuano a comprare e a pagare regolarmente le forniture".

Qual è invece la situazione nel mercato russo? "Nei prossimi giorni inizierà l’Obuv a Mosca e in quell’occasione confidiamo di conoscere quali sono le effettive prospettive di quel mercato". Il Micam ha avuto un avvio giudicato particolarmente interessante da parte degli operatori del distretto calzaturiero del fermano. Giampiero Melchiorri del calzaturificio Gal Men ha detto: "Dopo il primo giorno siamo molto soddisfatti".

Cosa ha notato? "La nostra clientela ha dimostrato un considerevole interesse per la nostra collezione e hanno dimostrato la volontà di acquistare il prodotto e questo è senza dubbio molto positivo. Abbiamo notato un’affluenza maggiore di compratori stranieri rispetto ai buyers italiani a in questo caso è la conferma della connotazione stessa del Micam che è una fiera maggiormente indirizzata ai compratori provenienti da ogni parte del mondo. Tra i Paesi stranieri abbiamo notato, però, il perdurare della situazione della Germania che appare decisamente in frenata. Nel contempo abbiamo notato un ritorno dei compratori russi e ucraini". Paolo Silenzi del calzaturificio Poul Silence ha detto: "Il Micam è iniziato bene. Abbiamo ricevuto, nel nostro stand la visita di molti compratori europei".

La sua azienda ha tradizionalmente una penetrazione particolarmente interessante in Giappone? "La situazione lì ora è fortemente condizionata dalle quotazioni della moneta. La svalutazione ha incrementato il costo delle calzature di circa il 20%. Questo ha influito sull’ammontare complessivo delle vendite che si è ridimensionato fortemente, però nel contempo i giapponesi stanno dimostrando una forte fidelizzazione. Quindi, anche se acquistano meno preferiscono continuare a comprare le calzature Made in Fermo".

Considerando anche il suo ruolo nell’ambito della Cna ci può descrivere il comportamento degli artigiani? "In questa fase congiunturale gli artigiani incontrano sempre maggiori difficoltà a partecipare al Micam. Sono necessari misure di sostegno proprio per le piccole e piccolissime aziende". Al Micam si avverte perfettamente la situazione congiunturale. La dinamica recessiva della domanda in termini di quantità, sia sul fronte interno che sui mercati internazionali, ha fortemente penalizzato la produzione nazionale.