Riforma Bolkestein, balneari in ansia: “A rischio anche le nostre famiglie”

La recente sentenza del Consiglio di Stato sulla direttiva europea per le concessioni balneari crea incertezza per il futuro tra gli imprenditori del settore anche nel Fermano

La recente sentenza del Consiglio di Stato preoccupa i balneari

La recente sentenza del Consiglio di Stato preoccupa i balneari

Fermo, 5 maggio 2024 – La recente sentenza del Consiglio di Stato sulla direttiva europea Bolkestein per le concessioni balneari, fa molto discutere e crea incertezza per il futuro tra gli imprenditori del settore. La riforma, che dovrà essere applicata entro il 31 dicembre 2024, si concretizza di fatto, in una vera rivoluzione della gestione balneare, e si basa sul concetto che ‘i beni demaniali come lo è il territorio balneare, vanno messi all’asta pubblica, perché di fatto, di territorio pubblico si tratta".

In sostanza, la sentenza dice ‘basta’ a posizioni dominanti e di rendita durati anche decenni per gli attuali gestori. Ad ascoltare gli imprenditori del settore così importante per l’economia del territorio legata al turismo, i problemi fondamentali della sentenza sono due: in primis la mancanza di parametri dettati dal governo per la pubblicazione e partecipazione al bando. In secondo luogo (non meno importante del primo) i gestori lamentano tempi di gestione (annuali) delle concessioni, troppo stretti per permettere progettualità e ammortizzamento degli investimenti.

Non solo: a rimarcare la ‘macchinosità’ della riforma, ci sono anche le associazioni di categoria, che spingono a riflettere sui vari rischi che l’applicazione della riforma potrebbe comportare. Tra questi: il possibile inasprimento delle disuguaglianze amministrative tra i territori, la difficoltà della gestione delle gare da parte degli enti locali, l’entrata in campo di potenti soggetti imprenditoriali che possano fare ‘cordata’ di concessioni con conseguenti amenti di tariffe, oltre al danno alle imprese e alla penalizzazione della clientela. Insomma, la riforma (per quanto l’esito della sentenza fosse annunciato da tempo e non possa dirsi un fulmine a ciel sereno) non piace ai gestori di concessioni. Questo vale sia per chi ha attualmente scelto di investire in questo settore, sia per chi, ha fatto della balneazione un’impresa familiare di lavoro che va a vanti da decenni.