Micam 2022: "Guerra e pandemia cambiano tutto, ma negli stand si lavora"

Cauto ottimismo tra i calzaturieri. Le prime impressioni sono positive: assenti Cina e Giappone

Micam, l’edizione numero 93 si prospetta migliore rispetto alle aspettative

Micam, l’edizione numero 93 si prospetta migliore rispetto alle aspettative

Fermo, 15 marzo 2022 - Una situazione in chiaroscuro sta caratterizzando sempre di più la 93esima edizione del Micam. I timori della vigilia per la mancanza di compratori russi e ucraini è stata in parte mitigata dalla partecipazione dei buyers provenienti da altri Paesi e in particolad modo dalla vecchia Europa. Paolo Silenzi dell’azienda Paul Silence nonché presidente regionale della Cna spiega: "Abbiamo ricevuto compratori provenienti dal nord Europa come Germania, Francia, Belgio e Danimarca.

Assenti, a causa delle conseguenze dell’emergenza sanitaria Cina e Giappone oltre ovviamente i russi e gli ucraini a causa del conflitto bellico in corso". Come giudica il Micam? "Malgrado i timori della vigilia i calzaturieri stanno comunque lavorando dentro gli stand e questo è molto importante. Certo non è un’edizione come gli anni passati però è andata meglio rispetto alle previsioni. È ovvio che la situazione congiunturale è quella che è e quindi soprattutto in questo momento le aziende hanno bisogno di adeguati ammortizzatori sociali e i ristori per le scarpe invendute e per l’innovazione. Le aziende devono riorganizzarsi e posizionarsi su nuovi mercati e questo ha bisogno di fondi per l’innovazione".

Uno dei massimi esperti del mercato russo è Arturo Venanzi e sulle conseguenze della guerra che ha mutato il quadro congiunturale sottolinea: "Le previsioni non si possono fare. Il 2022 ce lo possiamo dimenticare. Anche se la guerra dovesse finire nel brevissimo periodo ci sono le conseguenze economiche che i russi sono costretti ad affrontare. Il potere d’acquisto dei russi si è drasticamente ridimensionato dall’andamento del rublo. Se tutto andrà per il meglio si potrà riprendere a valutare il mercato russo dal 2023".

Aldo Bruè, storico brand del distretto del fermano, deve far fronte alle conseguenze del conflitto bellico in corso. "Inevitabile – dice l’amministratore delegato Fabrizio Grassi – pensare alla situazione russa, per noi quell’area incide per metà del fatturato. Le Marche sono una delle regioni più a rischio in questo momento. Se sommiamo i problemi della pesca, il danno economico è enorme. E invece dobbiamo rafforzare il sistema, non possiamo essere solo nelle mani dei francesi".

Qual è la ricetta che proponete? "La riduzione del costo del lavoro. Poi risorse, ma non ora per domani, deve essere un piano strutturato che dura anni. Qui non si risolvono i problemi che lascerà la guerra in un mese. Ben vegano i contributi per le fiere, ma serve ancora di più".

Pompeo e Patrizia Iachini del calzaturificio Repo hanno spiegato anche davanti alle telecamere di Presa Diretta le conseguenze che sta generando la guerra da Russia e in Ucraina. Il Micam come sta andando? "I compratori sono ventuti nel nostro stand – ha detto Iachini – soprattutto dal nord Europa e quindi per noi è stata una rassegna positiva". Ora dovete valutare la penetrazione commerciale in altri mercati? "Certamente dobbiamo essere sempre di più globalizzati – ha detto Patrizia Iachini – e stiamo valutando anche nuovi mercati dove non siamo mai stati presenti come ad esempio l’Australia".