MARIO BOVENZI
Cronaca

Acqua e clima, il dibattito: "L’alluvione è un rischio. Pronti a creare strategie"

Alla Sala Estense l’iniziativa promossa dai Rotary. Dal Po fino al granchio blu "Un’invasione, un’esplosione che ha portato un calo delle vongole dell’85%".

Acqua e clima, il dibattito: "L’alluvione è un rischio. Pronti a creare strategie"

Acqua e clima, il dibattito: "L’alluvione è un rischio. Pronti a creare strategie"

Forse avranno il sapore di un ricordo gli spaghetti alle vongole che Davide Urban (direttore generale di Ascom) è convinto di riuscire a gustare anche questa estate. Più che un desiderio una speranza. La realtà è quella che tratteggia Elena Tamburini, del dipartimento di scienze dell’ambiente dell’ateneo. Le sue parole, nel silenzio della Sala Estense ieri mattina, gli esperti a misurarsi sul tema ‘La città e la sua acqua. Storie di terra, di fiume e di mare’. Dice: "A Goro si producevano 12mila tonnellate di vongole all’anno, con punte anche di 20mila". Sembra il passato, remoto, siamo solo nel 2022. "Poi è arrivato il granchio blu, un’invasione, un’esplosione. La produzione in alcune zone azzerata, in media il calo è stato dell’85%". Il futuro, un punto interrogativo. Ancora Tamburini: "Non sappiamo quello che accadrà". Era un punto interrogativo anche per gli scariolanti la bonifica di migliaia di ettari. Carriola e badile, pionieri di una nuova era, stivali nel fango. Una sfida, come la lotta al granchio blu. Loro ci sono riusciti. Sembrava utopia.

Come è nata una provincia dalle acque e come difenderla, tra progetti che ci sono, soldi che a volte mancano, utopie e visioni. E’ lo scenario attorno al quale si sono misurati alcuni protagonisti – tra storia, economia e turismo – di una terra strappata al mare, alla palude. E che ora dal clima sempre più folle deve difendersi. L’iniziativa è stata promossa dal Rotary estense (sette club) coordinata dall’assistente del governatore, l’imprenditrice Cinzia Ori (era presente la presidente del Rotary Ferrara Adele Del Bello). Ha moderato Cristiano Bendin responsabile de Il Resto del Carlino Ferrara. Sul palco con Urban e Tamburini, Giuseppe Castaldelli del dipartimento di scienze dell’ambiente dell’ateneo, Anna Maria Quarzi (direttrice Istituto Storia contemporanea), Alessandro Bratti (segretario generale Autorità di bacino del Po), Stefano Calderoni (presidente del Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara) e Davide Bellotti (presidente della Cna). Tra le poltroncine gli studenti del liceo Ariosto.

"La riforma agraria è stata una rivoluzione del territorio, dei rapporti sociali. Facciamo fatica a sapere chi siamo oggi se non conosciamo il passato", le parole di Quarzi che ha tratteggiato la storia delle bonifiche, dai Benedettini agli Estensi, agli scariolanti. Ci sono nel piatto 350 milioni di euro, piovuti con il Pnrr. Serviranno alla rinaturizzazione del Po. Un po’ un ritorno al passato, per difendersi dall’emergenza climatica. Bratti non usa mezzi termini: "Tutta la provincia di Ferrara è a rischio alluvionale. Oggi siamo davanti ad eventi estremi, quello che è successo in Romagna è uno spartiacque. Da quel momento stiamo cercando di individuare strategie più resilienti, siamo davanti a nuove sfide". Che passano da un reticolo immenso di argini, il cuneo salino arrivato nel 2022 a 40 chilometri dalla foce. I progetti ci sono. Denuncia Calderoni, vicepresidente nazionale Anbi (associazione dei consorzi). "Abbiamo un piano da 4 miliardi e mezzo di euro per realizzare invasi su tutta l’asta del Po. Non è arrivato un soldo. Dobbiamo fare le opere per la salvaguardia del territorio, la programmazione è una sfida di tutti. Solo se animati da una visione utopica saremo in grado di fare passi avanti". Come quelli tracciati da Castaldelli che ha dato vita ad un progetto per depurare le acque attraverso tecniche avveniristiche. Di turismo a partire dalla ricchezza della natura ha parlato Bellotti. Con un appello: "Se non siamo presenti sui mercati non otteniamo risultati". La scommessa di Urban è quella del cicloturismo. "Le opportunità ci sono, tra Delta e fiume". Una sfida l’ha vinta Giuditta Smerilli, premiata dal Rotary per la sua tesi di laurea sulle precipitazioni in Appennino. Ha studiato l’alluvione in Romagna, un monito.