Addio a Filippini "L’arte ferrarese perde un amico"

Pittore e scultore, si è spento a 95 anni. Attento alla tradizione, aveva comunque un piglio visionario

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Si ricordava la copiosa nevicata del ’29, Alfredo Filippini. Lui, che al tempo aveva appena 5 anni. I colori della sua terra tornarono poi, negli anni a venire, nelle sue pitture. Così come nelle sculture, che coglievano sempre l’attimo, l’azione perfetta prima di farla scomparire per sempre. È scomparso lo scorso fine settimana l’artista e scultore ferrarese, all’età di 95 anni. Di origini bondenesi, Filippini risiedeva da tanti anni a Ferrara, dove si era dedicato per tutta la vita al lavoro e all’arte. "Raffinato, colto, affabile e gentile Alfredo Filippini aveva iniziato a dipingere in giovane età sotto la guida del pittore Ego Bianchi per poi iscriversi, intorno ai quarant’anni, alla Libera Scuola del Nudo dell’Accademia di Belle Arti di Bologna – raccontano Michele Govoni e i soci e amici del Club Amici dell’Arte - La svolta verso la scultura arriva grazie all’incontro con Laerte Milani, di cui diventa dapprima allievo e poi stretto collaboratore". Filippini, infatti, fu tra i primi artisti a far parte del Club Amici dell’Arte. "Era il 1975, era tra i decani dell’arte ferrarese" spiega Govoni. Numerose sono state le mostre, sia personali che collettive, alle quali ha partecipato sia alla Galleria Il Rivellino, sia in altre sedi, portando con sé uno stile personalissimo che mescolava l’attenzione alle regole della tradizione e il piglio innovativo tipico dell’artista visionario. E poi anche alla Galleria del Carbone, dove Paolo Volta lo aveva voluto con sé, sul finire della carriera, quando nuovi artisti e nuove correnti avevano preso posto. "La nostra città e il suo variegato mondo culturale perdono oggi non solo un prolifico e determinante autore – evidenziano i soci del Club Amici dell’Arte -, ma anche un amico fidato e discreto, che sapeva definire e trasmettere le sue idee con bontà e gentilezza. Il Club Amici dell’Arte è vicino alla famiglia e si unisce al lutto in questo momento per noi tutti particolarmente triste". Lo ricordano anche Lucio Scardino e Flavia Franceschini. Proprio Scardino aveva firmato la prefazione del catalogo della mostra per i 90 anni di Filippini, avvenuta tra il novembre e il dicembre 2014 alla sala espositiva della Banca Mediolanum di via Saraceno. Il mare, i pescatori, il lavoro, il gioco. "Alfredo Filippini – scriveva allora Scardino - dal suo magico laboratorio di via Boiardo, palcoscenico che si popola fittamente di creature quasi animate, propone una sensibile rilettura della grande tradizione del Rinascimento, ne recupera la perfetta euritmia adattandola talora a tematiche della nostra epica dominata da algidi televisori e computers, modernizza a suo modo Domenico di Paris e Alfonso Lombardi, Baroncelli e Mazzoni, Donatello e Michelangelo, con un rigore e una gentilezza di tocco che lascia letteralmente stupefatti".

Anja Rossi