Fabbri, sfida del lavoro: "Ferrara è un crocevia. Ecco come possiamo attrarre più imprese"

Il sindaco uscente: "Abbandoniamo le vecchie logiche del centrosinistra. Eravamo esclusi dalla Zls ma abbiamo insistito. Le aziende non sono nemiche".

Il programma è in fase di chiusura. Una cosa, tuttavia, è certa: il tema principale su cui si concentrerà l’azione amministrativa del sindaco uscente, Alan Fabbri, qualora dovesse essere riconfermato, sarà il lavoro. In occasione della festa dei lavoratori, abbiamo voluto chiedergli quali saranno le ‘leve’ sulle quali insisterà. "Le basi per fare un salto di qualità le abbiamo costruite – dice – benché la nostra azione sia stata parzialmente rallentata dalla pandemia, ma i prossimi cinque anni serviranno per fare quel passo in avanti che Ferrara non ha ancora mai visto nella sua storia".

Sindaco, cosa intende dire?

"Ferrara è al centro di un territorio strategico, tra Veneto ed Emilia Romagna. Una città che ha spazi, risorse e capacità imprenditoriali: dobbiamo riuscire a mettere a sistema questo patrimonio, valorizzando questa posizione privilegiata e facendo insediare nuove imprese. Per farlo, occorre trasformare la visione del passato che per troppi anni l’ha marginalizzata come città ‘fuori dall’asse della via Emilia’. Una visione, storicamente, di un centrosinistra che per ideologia vede le imprese come nemiche. Vogliamo superarla".

Al di là delle enunciazioni di principio, in che modo intende superarla?

"Continuando a semplificare il rapporto con le realtà produttive, ascoltando e valorizzando a tutti, dalle grandi realtà imprenditoriali alle partite iva. Per noi non c’è distinzione tra una grande realtà e un piccolo artigiano. In più, lavorando e combattendo, perché le strategie interregionali di sviluppo economico non escludano Ferrara".

A cosa si riferisce?

"Alla Zona logistica semplificata, ad esempio. Nel 2020 la Regione aveva pianificato la realizzazione di queste aree intorno alle zone industriali che hanno bisogno di un sostegno per crescere. Aree che verranno defiscalizzate e che diverranno attrattive per i nuovi insediamenti. Ferrara ne era stata esclusa. Abbiamo dovuto insistere affinche la nostra città venisse considerata tra quelle che potranno beneficiare di quelle agevolazioni. Abbiamo ottenuto solo 61 ettari in gran parte al Polo chimico".

Secondo lei, dunque, manca la volontà di far crescere il nostro territorio?

"Sì, non c’è mai stata e le amministrazioni precedenti lo avevano tenuto nascosto. Un altro esempio? I fondi europei che vengono indirizzati sul nostro territorio: ben vengano quelli per la riqualificazione della città, per la valorizzazione del patrimonio, ma se non si rafforza il territorio facendo in modo che diventi solido in termini economici, si rischia di non dare una prospettiva di futuro a giovani e imprese".

Non le sembra, allora, alla luce di queste considerazioni, che occorra relazionarsi (bene) con gli altri enti?

"Lo sviluppo economico, il lavoro e le politiche occupazionali sono all’interno di un sistema. Ogni ente può attivare delle strategie concrete ma è necessario costruire legami che portino a Ferrara nuovi insediamenti. Noi abbiamo spazi per farlo e un ateneo che è un gioiello. Ma se non è mai stata pensata una strategia per indirizzare sul territorio la crescita, se non c’è una vera politica sulle infrastrutture per collegarci con i poli produttivi vicini, il progetto è destinato a realizzarsi in parte".

Nessuno si salva da solo.

"No, abbiamo lavorato più di due anni per costruire, sul Petrolchimico, un sistema territoriale che ha coinvolto tutti. L’obiettivo era comune: portare l’attenzione, dei Ministeri e del Governo, sul Polo Chimico in termini positivi e non sempre e solo in risposta ad una emergenza. Un grande risultato".

Recentemente è stato siglato un accordo, con gli stakeholder, per favorire il rilancio del settore primario. Un passo verso lo sviluppo?

"All’agricoltura continueremo a dedicare attenzioni, bandi e defiscalizzazione come abbiamo fatto togliendo oltre 500 mila euro all’anno di pressione fiscale. Il piano di sviluppo delineato dal Sistema Agricoltura è un documento strategico che contiene obiettivi e progetti operativi. Molto spesso il primo maggio è legato al tema della sicurezza sul lavoro e in questo periodo purtroppo gli incidenti sono in continuo aumento".

f.d.b.