Commercio tra luci e ombre, in 10 anni sparite mille attività: i bandi per invertire la rotta

In città i negozi sono scesi da 3.938 a 3.047, diverse le azioni del Comune per cambiare il trend. Qualche mese fa l’amministrazione ha messo nel piatto 250mila euro per la riqualificazione dei locali.

Commercio tra luci e ombre. In dieci anni sparite mille attività. I bandi per invertire la rotta

Commercio tra luci e ombre. In dieci anni sparite mille attività. I bandi per invertire la rotta

Ferrara, 4 giugno 2024 – Il commercio al dettaglio langue. Negli ultimi dieci anni la fotografia che emerge dai dati elaborati dal centro studi della Camera di Commercio è quella di un settore in progressiva contrazione. Il macro dato che abbiamo estrapolato – sommando commercio di dettaglio a quello all’ingrosso – evidenzia un saldo negativo che supera i ventidue punti percentuali (22,6%, per l’esattezza).

Se nel 2013 (anno che abbiamo preso come partenza per l’analisi) le attività commerciali di dettaglio complessivamente – all’interno del Comune capoluogo – erano poco meno di quattromila (3.938, precisamente), dieci anni dopo, ne 2023, il saldo parla di 3.047 aziende attive. Insomma, la contrazione è evidente. Rimaniamo sullo scorso anno per capire il trend. Sommando le iscrizioni al registro delle imprese di tutte le attività che fanno riferimento al commercio di dettaglio, a quello all’ingrosso e al mercato di riparazione auto (che rappresenta un segmento autonomo nella classificazione camerale), arriviamo a quota 218. Quelle del solo commercio di dettaglio, sono state 111.

Peccato però che, complessivamente, le cessazioni non d’ufficio siano state 422, di cui 135 legate al segmento del dettaglio. Di qui il dato complessivo delle cessazioni, per il solo 2023, di ben 204 imprese. Quest’ultimo è il dato peggiore rispetto a quello riscontrato nell’anno del Covid, il 2020. Le iscrizioni, nell’annus horribilis, sono state poco più di duecento, a fronte però di uno stock complessivo di cessazioni (non d’ufficio) di ben 472 unità. Ne risulta un saldo negativo complessivo, considerando le tre sottocategorie merceologiche, di 265 attività che hanno chiuso per sempre la saracinesca. Ovviamente, la pandemia ha rappresentato un forte ostacolo per le attività di dettaglio che, a fronte del dato di chiusure complessivo, registrano un decremento di 191 imprese. L’anno ‘migliore’, benché il saldo conservi il segno meno davanti, è il 2022. Su un dato complessivo di 233 nuove iscrizioni al registro delle imprese – considerando sempre le tre categorie merceologiche – sono state 378 le chiusure delle imprese, dando una risultante negativa che ammonta a 145 unità.

A farla da padrone in senso di maggior numero di cessazioni, è il commercio di dettaglio su cui gravano 112 cessazioni. Va detto, comunque, che sono state diverse le azioni intraprese negli ultimi anni dall’amministrazione per cercare di invertire la rotta. Ed è un dato numerico, ancora una volta, ad aiutarci. Sono 1.020.000 di euro le risorse che il Comune ha affidato in questi anni alla Camera di commercio per il sostegno alle tante imprese impegnate nella delicata fase della ripartenza. L’ultimo bando realizzato, in ordine di tempo, risale a qualche mese fa, quando l’amministrazione ha finanziato un bando – con 250mila euro – per la riqualificazione dei locali, l’aggiornamento e il rilancio delle attività imprenditoriali dei settori alberghiero, ricettivo e della ristorazione a favore delle micro e piccole imprese.