Correva l’anno 1798: Orazi e Curiazi in scena. Così comincia la storia del Teatro Comunale

Taglio del nastro della mostra con le illustrazioni di Claudio Gualandi, fino al 15 settembre al Ridotto e alla Rotonda Foschini

Correva l’anno 1798: Orazi e Curiazi in scena. Così comincia la storia del Teatro Comunale

Correva l’anno 1798: Orazi e Curiazi in scena. Così comincia la storia del Teatro Comunale

La corte estense non se n’è mai andata da Ferrara. Anche se istituzionalmente non esiste, la sua eredità è ancora ben presente. Basta, in un certo senso, aprire il sipario della città che Bassani ha descritto in maniera così teatrale. Appunto, aprire il sipario: è quello che ha fatto, e che ha sempre fatto Claudio Gualandi, e che ora è ben visibile nella mostra dedicatagli negli spazi del Teatro Comunale di Ferrara. L’immagine grafica restituisce un palcoscenico, che – nel caso di Gualandi – non presenta una quarta parete, anzi: è la porta di uscita per il mondo esterno, per una realtà urbana affollata da maschere che si ispirano, in primis, proprio al teatro.

La mostra, dal titolo ‘Ferrara teatro della città nelle illustrazioni di Claudio Gualandi’, è stata inaugurata ieri e rimarrà allestita fino al 15 settembre. È organizzata dalla Fondazione Teatro Comunale di Ferrara, in collaborazione con Ferrara Arte, con lo scopo di raccontare la storia del Teatro Abbado, in occasione dei sessant’anni dal restauro. "Due temi tornano continuamente nei miei disegni: Ferrara e il teatro – spiega l’artista –. In teatro avrei voluto lavorarci, magari dietro le quinte. Ho studiato scenografia all’Accademia di Venezia e ho fatto parte di una giovane compagnia attoriale. Provavamo alla Sala Estense, la nostra seconda casa: le mie illustrazioni sono state il campo di applicazione di queste passioni". I pannelli in Rotonda Foschini e le illustrazioni nel Ridotto del teatro accolgono una miriade di personaggi bizzarri, che popolano i luoghi del teatro cittadino: dal Palazzo Ducale con il suo teatro di cortile, a Palazzo Schifanoia, passando per il teatro di strada, la casa in festa di Ludovico Ariosto o il Teatro degli Obizzi. Il racconto del Teatro Comunale comincia con la prima delle prime: il 2 settembre 1798, in piena occupazione francese, inaugura quello che si chiamava Teatro Nazionale, progettato da Cosimo Morelli e Antonio Foschini. Nobili e borghesi si mischiano ai "tipi ferraresi" per assistere a Gli Orazi e i Curiazi di Marco Portogallo. Prosegue con il Teatro restituito alla città, nel 1964, restaurato dopo la Seconda guerra mondiale, a cui seguono quasi vent’anni di disuso: il 31 ottobre si alza nuovamente il sipario, con un concerto dell’orchestra del Teatro alla Scala, diretta da Nino Sanzogno. Nel disegno di Claudio Gualandi il punto di vista sul palcoscenico è frontale, ovvero dal luogo privilegiato per uno spettatore, il palco d’onore. L’illustratore ci fa accomodare al posto delle autorità. In questo luogo ovattato, un salotto chiuso, ci sentiamo nascosti e allo stesso tempo esposti allo sguardo di tutti e tutti guardiamo, ma con discrezione. La scenografia è la città ed è una finestra aperta sulla piazza gremita di gente. "Claudio Gualandi ci fa un grande dono: in un’epoca di media sociali, ci riporta alla vita vera, alla densità umana e agli incontri – commenta Moni Ovadia, direttore dell’Abbado –. Queste opere mostrano che l’umanità ha vinto se non crea trucchi per superarsi, come l’intelligenza artificiale, ma usa le sue risorse per andare verso nuove forme di società e di aggregazione come il teatro". "Gualandi non ha solo illustrato la città di Ferrara – continua l’assessore alla cultura, Marco Gulinelli –, ma ha contribuito a renderne indelebile l’identità culturale. Lo definiamo un artista, ma è anche un artista del popolo, con un percorso narrativo visivo importantissimo, che ha saputo catturare l’essenza di Ferrara".