Decreto sicurezza Ferrara, 22enne scappato dalla Guinea: "Datemi il permesso"

Aadubacar Barry: "Ho paura di non poter più studiare e lavorare"

Aadubacar Barry, 22 anni, è scappato dalla Guinea circa un anno e mezzo fa

Aadubacar Barry, 22 anni, è scappato dalla Guinea circa un anno e mezzo fa

Ferrara, 8 gennaio 2019 - Un bel giorno, il grembiule da commesso che indossava avrebbe dovuto tramutarsi in una toga. Aadubacar Barry, 22enne originario della Guinea, sognava di fare l’avvocato. Voleva studiare ma in un attimo il destino ha spazzato via le sue speranze di ragazzo. Un anno e mezzo fa ha dovuto lasciare il suo paese per paura di ripercussioni legate a un grave fatto accadutogli durante il lavoro. Ora, quando sembrava avere trovato la sua strada nel nostro Paese, dovrà fare i conti col giro di vite della legge Salvini in materia di immigrazione.

Aadubacar, cosa pensa della nuova normativa?

«È una legge che va contro i diritti di tutti. Degli stranieri ma anche degli italiani».

Perché?

«Non si può cancellare così la protezione umanitaria. Tutti ne hanno diritto. E, un domani, anche gli italiani potrebbero aver bisogno di emigrare».

Lei è un richiedente asilo. È già comparso davanti alla commissione che deve valutare il suo status e attende l’esito. Cosa si aspetta?

«Che facciano la scelta giusta e che mi concedano il permesso».

Ora però le regole sono più restrittive. Ha paura?

«Gli operatori (della cooperativa Meeting Point di cui è ospite, ndr) mi hanno spiegato che sono cambiate molte cose. Ho paura di non poter continuare a studiare. Era il mio desiderio sin da quando ero bambino. E ho anche paura di perdere il lavoro».

Che mestiere fa?

«Il pizzaiolo. Faccio il tirocinio al ristorante ‘la Casona’, gestito dalla Meeting Point. Lavoro alla sera in modo da poter andare a scuola di giorno».

Qual è il suo sogno nel cassetto?

«Fare l’avvocato. Oppure il politico. Magari proprio qui, in Italia».

Perché è scappato dalla Guinea?

«Io volevo andare a scuola ma la mia famiglia non aveva soldi. Così ho iniziato a lavorare da piccolo. Prima facevo il magazziniere e poi ho iniziato in un negozio. Qui è successa una cosa molto grave che mi ha costretto ad andarmene. Il padrone del negozio mi ha aiutato a fuggire».

Se dovessero rimandarla in Guinea?

«Sarebbe un grosso problema. Non so cosa mi potrebbe succedere. Per questo ho molta paura del diniego della commissione».

Cosa le ha dato l’Italia?

«Tutto quello che mi aspettavo. Quando sono arrivato non sapevo né leggere né scrivere. Ora vado a scuola, lavoro e, nel tempo libero, faccio pugilato. Devo ringraziare l’Italia e gli italiani».