Delitto Placati, girasoli per ricordare Rossella

Ieri, primo anniversario della morte, il sindaco Saletti ha deposto un mazzo di fiori. Amici e amiche si sono ritrovati alla panchina rossa

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BONDENO

I girasoli, i fiori che Rossella Placati, uccisa esattamente un anno fa, amava. Petali di luce, come il suo sorriso che lei ogni giorno regalava alla vita. Ieri mattina, il sindaco Simone Saletti, ha posto un mazzo di fiori davanti alla porta della sua casa a Borgo San Giovanni. Dove si è consumato l’omicidio. Dove qualcuno ha spento per sempre e in modo efferato e terribile, il suo sorriso. Aveva 51 anni. Omicidio di cui l’unico accusato è il compagno Doriano Saveri, artigiano di 46 anni, che proprio nei giorni scorsi è stato rinviato a giudizio per il massacro della compagna. Il Comune ha annunciato che si costituirà parte civile nel processo. Ieri il ricordo del sindaco in nome di un paese: "Il primo pensiero del giorno è per Rossella Placati, e non poteva essere altrimenti – ha detto Saletti -. La nostra comunità è stata sconvolta un anno fa, quando nella notte del 22 febbraio Rossella fu uccisa all’interno della sua casa". Ed è proprio nell’abitazione di San Giovanni che si è voluto recare per depositare un mazzo di fiori in segno di cordoglio da parte di tutta la comunità bondenese. "Abbiamo il dovere, tutti insieme, di mantenere alta l’attenzione su una questione che il processo deve chiarire – ha ricordato il sindaco -. La famiglia sta certamente trascorrendo momenti tremendamente difficili, ma è innegabile che ogni cittadino di Bondeno si senta toccato dalla vicenda. Per questo, siamo determinati a difendere il buon nome dei cittadini di Bondeno in ogni sede". A giorni, arriverà l’atto formale con cui il Comune si costituirà parte civile nel procedimento penale. "Sia moralmente sia istituzionalmente – ha spiegato il sindaco - in questo anno abbiamo cercato di essere vicini alla famiglia in ogni modo. La costituzione di parte civile al processo è adesso una conseguenza indispensabile e necessaria, perché la nostra volontà di ottenere chiarezza è ferma". Poi un appunto: "E’ fondamentale - ha aggiunto - che in ogni giorno di qui in avanti si cerchi di rafforzare, soprattutto fra i più giovani, il giusto messaggio del rispetto verso l’altro". Un giorno per ricordare, per riflettere, per impegnarsi in prima persona perché tutto questo non succeda mai più a nessun’altra donna "Perché l’amore non uccide". Su questi passi ieri, alle 17.30 amiche e amici di Rossella si sono dati appuntamento alla ‘panchina rossa’ a lei dedicata, che è stata collocata sui giardini di viale Pironi, nel parco dove giocano i bimbi. "Rossella era un’amica – ha raccontato Angela - . Il suo epilogo finale non vogliamo che sia mai la storia di nessuno. Per questo tutti dobbiamo impegnarci perché non succeda mai più. Abbiamo l’obbligo di essere una porta aperta perché chiunque viva difficoltà si apra con noi. Rossella amava la vita. Forse ha sottovalutato quello che le stava succedendo. Rossella aveva deciso di essere felice e ci ha lasciato una missione da portare avanti – ha aggiunto – è stata fermata da chi non era d’accordo". Eleonora ha raccontato le violenze psicologiche subito. "Non dobbiamo essere mai più soli", ha ricordato Barbara. Le sorelle Daniela e Ines Placati e la famiglia, non erano presenti.

Claudia Fortini